II^ Parte dell'Editoriale di Danilo Gambini e Jacopo Cioni
Nel 1999 il Presidente Bill Clinton cancella una legge del 1933 istituita dal Presidente Roosvelt in seguito alla crisi del 1929. La legge si chiamava Glass-Steagall Act e separava le banche commerciali da quelle finanziarie impedendo di fatto speculazioni da parte delle banche commerciali. La legge inoltre impediva l’aiuto statale alle banche finanziarie in difficoltà, mentre lo permetteva verso quelle commerciali. La cancellazione di questa legge ci ha riportato alle stesse condizioni presenti prima del 1929 determinanti la crisi stessa del 1929 e che adesso determinano l’attuale partita nel 2008. Una crisi che ricordiamo è cominciata dagli Stati Uniti a causa principalmente della bolla speculativa immobiliare, cioè soldi prestati senza garanzie di rientro. Un debito enorme che tramite derivati era stato parzializzato per essere rivenduto a terzi e poi ancora a quarti e quinti. L’esplosione della bolla speculativa seguita dal fallimento di Lehman Brothers il 15 settembre per la crisi dei subprime è stata un innesco, voluto o meno, ma comunque reso possibile dalla cancellazione della Glass-Steagall Act che avrebbe impedito questo genere di operazioni alle banche commerciali che invece risultarono coinvolte al pari delle finanziarie.
Nel 2001 con Presidente del Consiglio Giuliano Amato il controllo delle Politiche finanziarie e monetarie del Paese passano nelle mani della B.C.E.
Nel 2007 viene firmato dal Governo di Romano Prodi con al Ministero degli affari esteri Massimo D’Alema uno degli ultimi colpi alla Sovranità dei Cittadini italiani, il trattato di Lisbona.Il trattato è un immenso groviglio di leggi, regolamenti e aggiustamenti ai precedenti trattati (2800 pagine) che ha segnato di fatto la perdita legislativa degli stati membri la quale viene ceduta ad organi sovranazionali NON eletti dai Popoli. Il potere legislativo è affidato alla Commissione Europea NON eletta dai Popoli la quale propone le leggi, anche per decreto, e al Consiglio dei Ministri NON eletto dal Popolo che le approva (di fatto ne discute il 15-20% ma le approva per il 100%) e queste leggi devono per il trattato stesso essere ratificate nei paesi membri. E il Parlamento Europeo? Il Parlamento Europeo è l’unico organo eletto dai Popoli ma non ha praticamente nessun potere, pensate che per contestare una legge Europea deve ottenere il parere positivo del 55% del Consiglio dei Ministri, una condizione praticamente insormontabile dato che lo stesso Parlamento europeo deve ottenere una maggioranza al suo interno per opporre contestazione. Di fatto i gruppi di lavoro (3000) della Commissione Europea sono gli emanatori delle leggi a cui tutti gli italiani si devono attenere, persone che non conosciamo, non elette e che non sappiamo che relazioni hanno con la vita economica e finanziaria mondiale. Il trattato di Lisbona istituisce inoltre il MES (meccanismo europeo di stabilità, ovvero il salva Stati come definito da Mario Monti) con l’art. 136.
Nel 2007 con il governo di Romano Prodi e Massimo D’Alema come ministro degli esteri viene firmato il trattato di Velsen. Dato che non bastava aver perso la Sovranità monetaria e la Sovranità legislativa l’Italia firmando il trattato di Velsen da il via libera alla cessione del controllo del territorio rinunciando di fatto alla Sovranità territoriale.
Le nazioni che aderiscono al trattato non sono tutte le nazioni presenti nell’UE, ma solo Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna, ai quali si è aggiunta la Romania nel 2008. Ci sarebbe da domandarsi perchè non hanno aderito tutte nazioni.
Il trattato di Velsen istituisce una forza armata chiamata EUROGENDFOR.
Per cercare di capire la portata di questo trattato si deve necessariamente leggere alcune parti del trattato stesso, i più volenterosi possono leggerlo per intero in maniera da inorridire con più intensità, riporto QUI il link del testo per intero.
L’articolo 2 nel paragrafo b indica il Quartiere Generale Permanente Multinazionale con sede a Vicenza (Italia). L’articolo 7 riporta che l’Eurogendfor è diretta da un “Comitato Interministeriale” formato dai Ministri degli Esteri e della Difesa delle nazioni firmatarie (“Cimin”) che incaricano il comandante e gli ufficiali. A chi risponde in pratica l’Eurogendfor?
In termini politici al Cimin, che ne stabilisce il comandante, ma in termini gerarchici sopra il Cimin non c’è nessun controllo reale. L’Eurogendfor non risponde ad alcun Parlamento nè nazionale nè europeo. All’articolo 6 che regola le condizioni di schieramento e ingaggio viene scritto “ …..dovranno essere regolate da uno specifico mandato per ciascuna operazione e saranno assoggettate ai necessari accordi tra le Parti e l’organizzazione richiedente”. Chi è che però da il via all’operazione? Una organizzazione richiede l’intervento e di fatto è il Cimin a decidere, non ha un organo eletto dal popolo a sorveglianza decisionale. Uniamo anche questo aspetto riportato dell’articolo 5 e cioè che l’Eurogendfor può essere impiegata sotto egida di NATO, ONU, UE, OSCE o di coalizioni costituite “ad hoc” fra diversi Paesi. Attenzione non insieme a….. ma sotto comando di….. Un concetto che dovrebbe far riflettere. Di fatto l’Eurogendfor è priva di un controllo Sovrano dato dal popolo. Unico baluardo di responsabilità del Cimin è che le decisioni devono essere unanimi e quindi ci si affida alla capacità di discernimento dei suoi componenti che immaginiamo non siano influenzabili da nessuno!!
In pratica l’Eurogendfor sostituisce nei compiti le forze di polizia nazionali come si deduce da questo passaggio dell’articolo 4 del trattato che ratifica i compiti: “condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici”
Il passaggio oltre che evidenziare i compiti che si estendono in ogni branca dell’attività d’indagine e controllo compresi i disordini pubblici evidenzia che NON si affianca alle polizie locali, ma le guida e supervisiona rispetto alle mansioni a cui sono preposte. In pratica è una forza di polizia che “comanda” su quelle nazionali. Questo è un passaggio cruciale perchè l’Eurogendfor potrebbe interferire nelle normali indagini soffocandone alcune a scapito di altre anche solo comandando operazioni banali a coloro che magari stanno affrontando indagini di mafia o di terrorismo o ancora su qualche multinazionale o politico.
L’Articolo 21 del trattato determina l’inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi da parte delle autorità delle “parti” cioè degli stati firmatari senza un preavviso e il consenso del comandante dell’Eurogendfor. Che cosa significa in pratica questo? Che nessun organo istituzionale o della magistratura Italiano potrà accedere ad una perquisizione degli uffici dell’Eurogendfor. Quindi una deriva di qualsiasi tipo da parte di questo corpo sovranazionale non potrà essere controllata come non potrà essere controllata la condotta di questa forza di superpolizia rispetto a diritti dei Cittadini o delle istituzioni. Una copertura di segretezza perfetta.
L’Articolo 22 del trattato determina l’immunità da provvedimenti esecutivi. Questo significa che le proprietà e i capitali di EUROGENDFOR e anche i beni indifferentemente dalla loro sede e dal loro detentore saranno immuni da qualsiasi provvedimento esecutivo in vigore nel territorio delle Parti. Sono in pratica impignorabili.
L’articolo 23 del trattato determina l’impossibilità di operare intercettazioni rispetto a questa superpolizia sottolineando ancora una volta che è libera di agire come crede meglio senza nessuna conseguenza legale.
L’Articolo 28 riporta: «i Paesi firmatari rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor». In pratica i danni prodotti da questi superpoliziotti sono a carico della popolazione e dello stato ospitante fra quelli firmatari, ma quelli non firmatari possono chiedere i danni? E chi paga se l’Eurogendfor è impignorabile nei suoi beni.
L’Articolo 29 del trattato si riferisce ai danni a terzi e al comma 3 riporta “I membri del personale di EUROGENDFOR non potranno subire alcun procedimento relativo all’esecuzione di una sentenza emanata nei loro confronti nello Stato ospitante o nello Stato ricevente per un caso collegato all’adempimento del loro servizio.” E’ incredibile come questo articolo di fatto renda gli uomini sotto comando Eurogenfor immuni a qualsiasi sentenza emessa da un tribunale nazionale sia dello Stato che li ospita sia dello Stato dove hanno agito. Qualsiasi azione è impunibile e quindi se durante il servizio uccidono o distruggono non avranno nessuna conseguenza rispetto al loro operato giusto o ingiusto che sia. La portata di questo rispetto ai diritti dei Cittadini è sconvolgente.
In nessuna parte del trattato viene fatto un solo riferimento al dei parametri del diritto internazionale o umanitario e alla tutela dei diritti dell’uomo rispetto alle azioni militari o di polizia che è preposta a svolgere.
Nel 2010 con il governo Berlusconi la Camera con 443 presenti approva con 442 voti positivi la legge di ratifica n° 84, poco dopo anche il Senato approva. La legge di ratifica n° 84 sancisce che l’Italia riceve il trattato di Velsen e nell’Articolo 3 di questa legge si legge che sono scelti i Carabinieri come forza partecipante all’Eurogendfor. Di fatto viene firmata la chiusura dell’Arma dei Carabinieri. Oggi è sostenuto fortemente dai Carabinieri stessi che non saranno smantellati, ma che entreranno in parte nell’Eurogendfor. In questi anni però si è assistito ad una forte riduzione dell’organico, all’accorpamento o alla chiusura di stazioni locali. Un ridimensionamento spiegato con il taglio dei costi. Poniamo però che effettivamente, come richiede l’Europa, questo glorioso corpo sia chiuso, dove finiscono gli uomini in forza attualmente? Sembrerebbe che oltre al trasferimento in parte nell’Erogendfor (soprattutto degli ufficiali) il resto del personale sarà in maggioranza spostato nella Polizia di Stato, una polizia che come abbiamo visto sarà subalterna ai superpoliziotti Europei, oserei dire una polizia “locale” che probabilmente perderà nel tempo la capacità investigativa nazionale.
Immaginiamo ora che ci sia un corteo pacifico che protesta contro lo Stato per una ragione qualsiasi e che un gruppo di facinorosi pagati ad hoc inneschino dei tumulti… L’Eurogendfor parte e può fare TUTTO quello che vuole senza nessuna conseguenza. A voi tirare le somme.
Nel 2012 il Governo di Mario Monti ratifica il MES e il fiscal compact derivati dal trattato di Lisbona del 2007.
Prima di dirvi che cosa sono il MES e il fiscal compact ricordiamo che la loro introduzione ha comportato una necessaria modifica alla Costituzione agli art. 81, 97, 117 e 119. In caso contrario si sarebbero posti come anticostituzionali, ovvero avrebbero comportato una violazione e una riduzione dei poteri di quella Costituzione che tutti noi abbiamo il diritto/dovere di difendere.
Queste modifiche alla Costituzione introducono in primis il pareggio di bilancio con il Fiscal Compact appunto, si richiede che sussista a tutti i livelli istituzionali dello Stato al massimo un pareggio fra entrate e uscite. Inoltre con il Fiscal Compact lo Stato italiano si è impegnato a ridurre l’attuale debito pubblico dal 120% al 60% nei prossimi 20 anni, circa 50 miliardi di euro l’anno, soldi che non ci sono.
Non a caso si parla continuamente di vendere beni dello Stato, aziende, beni pubblici, concessioni per poter rientrare di un debito che però, ricordo, non fa altro che aumentare a causa degli interessi e dei trucchetti bancari che descriveremo. (Sovranità monetaria, signoraggio, riserva frazionaria)
L’adesione dell’Italia al MES contribuisce per il 18% a raggiungere la cifra di 700 miliardi di euro necessari per la stabilità finanziaria. Significa che l’Italia deve versare una cifra di 125 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, ad oggi ne sono stati versati oltre 44 miliardi dallo Stato italiano senza che sia stata data una sola informazione al Popolo da parte di mass-media e politici.
Quel poco che stampa e TV hanno divulgato sul MES ha fatto intendere al Popolo di avere di fatto un organo che in caso di necessità aiuti gli Stati in difficoltà facendolo passare per una cosa buona e giusta, ma nella realtà delle cose la sostanza è diversa.
Il MES ha una capacità giuridica incredibilmente avulsa da qualsiasi controllo, gode di immunità, segretezza, incontestabilità, insomma non risponde a nessuno se non al MES e in più ha la possibilità di segretare le sue risoluzioni. Gli archivi del MES e tutti i documenti ad esso appartenuti sono inviolabili. E che è? Peggio dell’Eurogendfor!!! Fra le altre cose può acquisire beni e quant’altro…. strano no? La sede? Lussemburgo, un paradiso fiscale! Non pagherà le imposte dirette dei guadagni derivanti dalla gestione dello stesso fondo. LUI, noi invece….
Veniamo alla funzione in caso di necessità e per garantire la stabilità finanziaria dell’Europa può fornire aiuti finanziari a uno Stato che ne farà richiesta ma acquisirà il potere di indicare e controllare le politiche economiche dello Stato richiedente. Un COMMISSARIAMENTO, avete letto bene. Non basta, i soldi che il MES presta allo Stato richiedente devono essere restituiti con un interesse e una volta fatta richiesta di aiuto il “prestito” non può più essere rifiutato, qualsiasi sia l’interesse richiesto, pena severe sanzioni . Quindi, per ipotesi, l’Italia versa al MES 125 miliardi di Euro e data la difficoltà evidente chiede un aiuto per 100 miliardi di euro su cui pagherà un interesse oltre che subire un condizionamento nelle scelte. Vi torna tutto o qualcosa non quadra? Non è che se il MES ci lasciava i nostri 125 miliardi magari non eravamo in difficoltà?
Editoriale di Danilo Gambini e Jacopo Cioni per il Blog FAHRENHEIT 912
Articolo pubblicato anche su Il Sovranista
Questo video testimonia che in Parlamento qualcuno ha esposto una parte dei dubbi, ma voi avete mai visto questo video su qualche programma televisivo di una qualsiasi rete?
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