PENSIAMOCI SU: Una rubrica di Luigi Orsino
Ecco i fatti:
In Francia si parla di introdurre un jobs act all’italiana e scoppia una ribellione popolare: il governo ci ripensa. Sempre in Francia alcuni poliziotti pestano e violentano un giovane della periferia parigina che protestava per le condizioni di vita disagiate: scoppia una rivolta popolare, peccato che non ci sia più la Bastiglia altrimenti la tiravano giù adesso. In Albania la popolazione circonda il parlamento per protestare, molto energicamente, per la corruzione che infesta la classe politica. In Grecia innanzi alla possibilità di subire le procedure d’infrazione della UE per non aver rispettato le scadenze nella restituzione dei prestiti ricevuti la popolazione si solleva, per altro incitata dai politici del partito “Alba Dorat”. Negli USA in risposta alla violenza delle forze dell’ordine ci sono moti di rivolta in molte grandi città. Sempre negli USA a molti non va giù l’elezione di Trump e in moltissimi scendono in piazza a protestare energicamente.
E in Italia? Cosa succede in Italia? Dato per fattore certo che in Italia non c’è un cazzo che funzioni, che la sperequazione tra i molto ricchi ed i molto poveri è un abisso senza fine, che una pessima distribuzione della risorse economiche hanno prodotto ben 20 milioni di nuovi poveri, Che non si riesce a trovare un politico onesto neanche a cercarlo con il lanternino, considerato che in Italia … Inutile che aggiunga altro, ci vorrebbero tanti volumi quanti ne ha la Treccani per elencare tutte le cose che vanno male. Ebbene noi che facciamo? Parliamo, parliamo tanto, parliamo in tv, parliamo in radio, parliamo sui giornali, sui blog, sui social, al bar, in chiesa, ovunque. Ovunque ci parliamo addosso, ci ammazziamo a furia di masturbarci mentalmente. Peccato che le parole non servano a niente. Peccato che il vecchio adagio “ne uccide più la penna che la spada” sia diventata un’emerita cazzata. Agli interessati non gliene frega niente delle parole anche se sono scritte in bella grafia con i congiuntivi ed i gerundi al posto giusto. Chi è sicuro della propria immunità se ne fotte se si sente chiamare ladro.
Noi Italiani però siamo brava gente, incassiamo tutti i soprusi senza neanche alzare la voce in una debole protesta. Soffiamo, questo si. Ma in fin dei conti siamo nati per soffrire, godremo nell’altra vita… per chi ci crede. Ci illudiamo che domani, o dopo che i politici avranno maturato il loro bravo vitalizio per averci ben fottuto, andremo a votare e allora si che ci riprenderemo la nostra rivincita. Scalzeremo la sinistra e scivoleremo a destra. Ma quelli di destra non erano ladri tanto quanto quelli di sinistra? Votiamo al centro? Ma se non sbaglio non ci hanno preso per il culo anche loro per svariati decenni? Ma noi andiamo a votare! A cosa serve se i ladri sono sempre li e si spartiscono il bottino sicuri che nessuno gli taglierà mai le mani. Noi votiamo sempre, votiamo pure ai referendum e poi non gliene frega niente a nessuno del nostro parere democraticamente espresso. Il potere costituito ha deciso di mettere il bavaglio all’informazione indipendente, perché si prendano questo disturbo proprio non lo so. Noi italiani possiamo essere informati correttamente ma non solleveremo mai un sopraciglia per manifestare il nostro dissenso. Cari colleghi blogger mi raccomando non incitate alla disobbedienza, non aizzate il popolo alla rivolta. Fate piano, sussurrate, non sia mai che il popolo si svegli.
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