Con queste parole esordisce Danilo Calvani, uno degli organizzatori lo scorso anno della protesta del 9 Dicembre e che per questo dicembre, appunto il 5, ha organizzato quattro giorni di protesta in tutte le piazze d'Italia sotto la nuova sigla del "Coordinamento 9 Dicembre".
Chi meglio di me può scrivere qualche riga che racconti veramente come andò la protesta del 2013, visto che l'ho vissuta, prima come responsabile alla sicurezza delle manifestazioni e durante come Presidente Provinciale del Movimento.
L'incipit doveroso è che a quella protesta mancava qualsiasi forma organizzativa, sia logistica che operativa. I Presidi erano nati spontaneamente e nei primi cinque giorni di protesta se ne contavano centinaia in tutta Italia, soprattutto al Nord.
Questo numero andò con l'aumentare, nelle settimane successive, mentre diminuiva nelle zone del Sud e centro Italia.
I Coordinatori Nazionali erano 10 e facevano parte di sigle di associazioni, come gli autotrasportatori, la Life, i Forconi, ed altri che nei mesi precedenti avevano organizzato l'inizio della protesta. Addirittura alcuni esponenti dell'organizzazione come Umberto Gobbi affermarono che il via era stato dato due anni prima. Qui sorge un dubbio, anzi una perplessità: due anni di preparativi e non era stata nemmeno abbozzata, una anche se spartana, forma di comunicazione dei Presidi. Nemmeno un'idea vagamente politica sul dopo protesta nel caso
avessimo raggiunto il risultato sperato e cioè la caduta del Governo Letta.
Dopo venti giorni di protesta ancora non avevamo l'elenco dei Responsabili di Presidio sparsi in tutta Italia, ma dovevamo fare capo al nostro Coordinatore referente Umberto Gobbi.
Si delineava già una spaccatura all'interno del Movimento 9 Dicembre ancor prima dell'inizio della protesta; due giorni prima, gli autotrasportatori, che dovevano con i loro mezzi bloccare con rallentamenti tutte le arterie italiane erano scesi a compromesso con il Governo, accettando lo sconto sulle accise dei carburanti.
Ma nei primi tre giorni di protesta che aveva messo in allarme le autorità governative, il successo dell'iniziativa stava acquisendo consensi sempre più crescenti, fino ad arrivare al famoso giorno 12 dicembre, quando a Torino le forze dell'ordine si tolsero i caschi di OP (Ordine Pubblico) in segno di solidarietà con noi.
Questo fu il campanello di allarme per il Governo e soprattutto per le forze politiche che assistevano impotenti al dilagare della protesta e esautorati da qualsiasi forma di intromissione o strumentalizzazione dei Presidi. Erano assolutamente vietate bandiere di partiti o sigle sindacali, solo la bandiera Italiana.
La svolta sulla definitiva scissione di una parte del Movimento si ebbe il 13 dicembre 2013, quando Danilo Calvani durante un'intervista ai giornalisti , alla domanda di chi avrebbe guidato la transizione dopo la caduta del Governo e le elezioni, affermò che auspicava una guida militare del Paese. Con questa frase, che a mio parere non era stata casuale ne tanto meno attendibile nella sua fattibilità, si ebbero i primi attestati di dissociazione , compreso quello del nostro Presidio, che scrissi come comunicato stampa ai quotidiani regionali.
Il resto è storia di una protesta che nei mesi successivi ha assunto toni addirittura grotteschi, ma questo non è il tema dell'articolo, ma un doveroso incipit.
A distanza di un'anno, Danilo Calvani ha deciso di riprendere in mano la protesta, stranamente nello stesso periodo pre Natalizio, cosa che mi me aveva posto qualche dubbio l'anno scorso. Perchè iniziare una protesta così importante come questa a ridosso del Natale? Quando notoriamente le persone dopo il 21 dicembre mettono i loro cervelli e problemi in stand by?
Danilo Calvani in una dichiarazione successiva al 9 Dicembre, affermava che il giorno dopo l'inizio della protesta del 2013 era stato "contattato e pressato per fare una trattativa con il Governo e soprattutto questa trattativa la doveva curare un preciso partito politico che avrebbe dovuto portare in piazza delle bandiere di un preciso partito politico" queste affermazioni le potrete ascoltare dalla sua voce nel video al termine dell'articolo.
Se queste affermazioni di Calvani sono veritiere, chi era questo partito politico? Andiamo per esclusione:
PD e PDL erano al Governo con Letta Primo Ministro. Escluderei i Partiti di estrema destra come Forza Nuova, che nonostante avesse dato il suo appoggio alla protesta, non aveva ne i numeri, ne le credenziali ideologiche per apparire come interlocutore credibile verso i manifestanti che provenivano sia da destra, sinistra e dal centro.
Andando per esclusione manca Forza Italia di Berlusconi e il Movimento 5 Stelle.
Non dimentichiamoci che l'8 dicembre 2013 si erano svolte le primarie del PD, da dove era uscito vincitore Matteo Renzi, ora mai riconosciuto come l'erede politico di Silvio Berlusconi e potrebbe darsi che in quei giorni lo scellerato accordo tra i due, poi sancito con il Patto del Nazzareno, si sia concretizzato visto l'incombente protesta Popolare, che se riuscita, avrebbe potuto gettare nel caos politico il nostro Paese e addirittura l'intera Europa, dato che uno dei punti salienti era l'uscita dall'Euro zona.
E il Movimento 5 Stelle che ruolo avrebbe potuto assolvere in questa trattativa Stato - Calvani?
Difficile a dirsi, la supposizione fantasiosa (anche se alcune volte la realtà supera la fantasia) potrebbe essere quella del complotto per demonizzare quelle forme di Populismo nate negli ultimi cinque anni della nostra storia recente e che avrebbero visto come la valvola di sfogo o vaso comunicante, per contenere la protesta crescente; la nascita dell' M5S come forza politica che incanalasse le energie ribelli al sistema, per poi concludere la sua breve ascesa in un nulla di fatto. Deframmentazione e delegittimazione di qualsiasi forma di impegno civile Popolare; come purtroppo si sta verificando in questi giorni all'interno del M5S con la creazione del "Direttorio dei 5 Saggi".
E la Lega Nord potrebbe avere avuto un ruolo nella vicenda? Personalmente lo escludo, visto che il fenomeno Lega di Salvini all'ora era molto più circoscritto di oggi nelle zone del Nord e Centro Italia.
A conclusione di questo doveroso articolo sulle vicende del Movimento 9 Dicembre e la ripresa della protesta del 5 prossimo, non mi sento di escludere a priori il mio appoggio almeno ideologico all'iniziativa, ma le riserve sono doverose e legittime. La prima e forse la più importante dettata dalla consapevolezza della gravità della situazione economica e sociale, scaturita anche dalla mia maturazione politica, è quella del dopo dimissioni del Governo, assolutamente non fattibile allo stato attuale delle cose.
E' di assolutà necessità una visione più ampia che preveda innanzitutto la soluzione al vero problema Italiano e cioè l'uscita dall'Euro in tempi rapidi ma con un'alternativa monetaria rivoluzionaria e credibile, come identificato dal Dott. Paolo Tanga nella sua "Teoria della Condivisione del Valore dei Beni" , Condicio sine qua non per evitare la catastrofe economica definitiva e repentina, che comunque prima o poi arriverà se non viene messa in atto tale teoria.
La seconda perplessità è quella della data d'inizio delle ostilità come recita Calvani. Perchè proprio a dicembre, quando in dodici giorni sono previsti scioperi del settore pubblico e della CGIL? Avete fatto caso che la Camusso aveva identificato per il 5 dicembre lo sciopero Nazionale, poi spostato il 12? Si voleva forse che non si accavallassero le due iniziative? E perchè? Quali delle due è la più importante per dare la completa legittimazione a Matteo Renzi e alle sue manovre Economiche Rivoluzionarie come il Jobs Act e il TTIP che saranno l'anticamera dell'inferno per il Popolo Italiano?
Troppe domande a cui non posso dare una risposta, ma non perchè io non le abbia, ma perchè voglio che ogn'uno di voi che leggerà questo articolo non venga influenzato da quelle che sono le mie risposte. La mia Missione non è quella di convincere, ma di far riflettere.
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