Oggi ospiterò l'articolo di Stefano Sacchetto, Vice Presidente Provinciale per il VCO del Movimento 9 Dicembre, dove io ero Presidente.
A corredo dell'intervento, vi invito a prendere visione del video, inserito a fine articolo, che spiega molto bene che cosa sia il Signoraggio Bancario.
Articolo
Non pensiate che nessuno si sia accorto, tra i grandi statisti della storia, dell'arcano del debito pubblico e del devastante potere che le banche hanno sui popoli e sulle economie. Il fatto è, che chi osa togliere alle banche la loro grande fonte di potere e profitto gratuiti, ossia il signoraggio, viene sovente ucciso. Del resto è comprensibile che
il sistema bancario possa uccidere per denaro. Si fanno guerre per interessi economicamente molto più piccoli.
Napoleone disse: «Quando uno Stato dipende per il denaro dai banchieri,
sono questi stessi e non i capi dello Stato che dirigono le cose, siccome la mano che dà sta sopra a quella che prende i finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro.
Karl Marx osservò, nel Manifesto Comunista: "Il denaro gioca la principale parte nel determinare il corso della storia.
Mayer Anselm Rothschild disse: «Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischio di chi ne fa le leggi.E il 20° presidente degli U.S.A., James A. Gaifield:«Chiunque gestisca la valuta di una nazione, gestisce la nazione.
Viene quindi ribadito il principio che, quando si arriva a controllare la moneta (la sua creazione, il suo prestito, i tassi di interesse), si ha in pugno lo Stato, 'economia, la gente. Si possono creare tanti mezzi per corrompere e comperare le istituzioni e le autorità di controllo, che niente e nessuno può opporsi.
Thomas Jefferson affermò: «Per preservare la nostra indipendenza, non dobbiamo lasciare che i nostri governanti ci gravino di un debito perpetuo. Se incorriamo in tali debiti, saremo tassati nel nostro cibo e nelle nostre vivande, nelle nostre ecessità quotidiane e nelle nostre comodità, nel nostro lavoro e nei nostri svaghi. Se possiamo impedire allo Stato di sprecare il lavoro del popolo sotto la pretesa di assisterlo, il popolo sarà felice. Jefferson scrisse a James Monroe (poi presidente nel periodo 1817-25) nel Gennaio 1815: "La dominazione che gli istituti bancari hanno ottenuto sulle menti dei nostri cittadini deve essere spezzata, o essa spezzerà noi. Nel 1816, Jefferson scrisse a John Madison (decimo presidente, 1841-45): "Se il popolo americano permetterà mai alle banche private di gestire l'emissione della sua moneta, allora, alternando inflazione e deflazione, le banche e le società finanziarie che cresceranno intorno a esse spoglieranno il popolo di ogni proprietà, sinché i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono. Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra società che eserciti in armi il potere di emissione dovrebbe esser tolto alle banche e restituito allo Stato, a cui esso propriamente appartiene.
Jackson diceva che la guida su una banca centrale «sarebbe esercitata da alcuni sulla condotta politica di molti, acquisendo innanzitutto il potere sul lavoro e sui guadagni della grande massa della popolazione.».
Si spinse pure a dire: «Se solo la gente sapesse la marcia ingiustizia del nostro sistema monetario e bancario, ci sarebbe una rivoluzione prima di domani.».
Abraham Lincoln e John F. Kennedy si spinsero a togliere ai banchieri il signoraggio e furono rapidamente eliminati.
Lincoln, durante la guerra civile americana (1861-1865), si trovò a dover trovare il denaro per sostenere le spese belliche. Le banche lo prestavano allo Stato (l'Unione) ma richiedevano un interesse altissimo,
tra il 24 e il 36%. Lincoln decise di non accettare questo ricatto, che avrebbe rovinato inanziariamente il suo popolo, e fece approvare dal Congresso una legge autorizzante il Ministero del Tesoro a emettere biglietti di stato come valuta legale.
Lincoln, nel 1862, disse: "Il privilegio di creare ed emettere moneta non è solo la suprema prerogativa dello Stato, ma anche la sua massima risorsa creativa.
Mediante l'adozione di questi principi, al contribuente verranno risparmiati immensi importi di interessi" . Questi Dollari di Stato furono soprannominati "Greenbacks" perché
erano stampati con inchiostro verde sul loro dorso. Con essi, e con una emissione di buoni del tesoro venduti al popolo, il governo Lincoln potè far fronte alle spese di guerra e a tutte le spese dello Stato senza indebitare lo Stato stesso e i cittadini, e vinse la guerra. Con giusto orgoglio, egli potè quindi commentare: "... abbiamo dato al popolo di questa Repubblica la massima enedizione che abbia mai avuto: il suo proprio denaro per pagare i suoi propri debiti".
Poco dopo, The London Times pubblicò un articolo in cui esprimeva l'opinione di chi restava danneggiato da questa mossa di Lincoln, ossia i banchieri nternazionali: "... se questa scellerata politica finanziaria, che ebbe origine nella Repubblica nordamericana, si consolidasse istituzionalmente, lo Stato provvederebbe al proprio denaro senza costi. Salderebbe i debiti e resterebbe senza debiti. Avrebbe i fondi per svolgere i propri compiti. Diverrebbe prospero senza precedenti nella storia degli Stati civilizzati del mondo. Le menti e le risorse di tutti i Paesi si rasferirebbero nel Nordamerica. Quello Stato dev'esser
distrutto, o distruggerà ogni monarchia sulla terra".
Nel 1972, il Governo USA stimò che il risparmio per le casse dello Stato, dovuto ai reenbacks, in termini di interessi non versati alle banche (quindi mancati guadagni per i banchieri), era stato di 400 miliardi di Dollari.
Otto von Bismarck, Cancelliere del Reich, disse nel 1876 su Lincoln:
«Ottenne dal congresso il potere di prendere a prestito dal popolo vendendogli titoli degli States e lo Stato e la nazione sfuggirono alle macchinazioni dei finanzieri stranieri. Essi capirono al volo, che gli Stati Uniti sarebbero sfuggiti alla loro presa. La morte di Lincoln era con ciò decisa».
Un'abile mossa di Lincoln fu l'affrancamento degli schiavi. Essa servì a rendere inaccettabile all'opinione pubblica britannica che il Regno Unito continuasse ad appoggiare i sudisti contro l'Unione. Lincoln vinse la guerra e la repubblica americana rimase unita e libera, ma non per molto tempo: poco dopo la fine della guerra civile, Lincoln fu assassinato e il Congresso revocò la legge sui Greenbacks sostituendola col National Banking Act, in forza del quale le banche nazionali sarebbero passate alla proprietà privata e il denaro da esse emesso sarebbe stato gravato di interesse. I Greenbacks statali sarebbero stati ritirati dalla circolazione.
Nel 1913, dopo circa cinquantanni di parziali riforme, durante i quali fu assassinato il 20° presidente, James A. Garfield (colpevole di aver denunciato il dominio dei banchieri privati sullo Stato), il Congresso varò il Federai Reserve Act, con cui il Congresso si spogliò del potere, riservatogli dalla Costituzione in via esclusiva, di emettere denaro, e lo conferì a un sistema di corporations di banchieri privati, cui donò anche il potere di fissare il tasso di interesse.
Seguì un lungo periodo di sudditanza dello Stato verso il potere bancario, senza alcun tentativo di reazione da parte dei presidenti succedentisi in carica, fino alla elezione di John Fitzgerald Kennedy. Kennedy, per mezzo dell'Executive Order 11110 del 4 Giugno 1963, riprese allo Stato, nella persona del presidente, il potere sovrano di
emettere denaro - denaro esente da debito e da interesse, detto United States Notes - in parallelo la Federai Reserve Bank Corporation e le sue Federai Reserve Notes. E probabilmente aveva in animo di riportare completamente al Congresso il potere monetario. Prima di essere assassinato anch'egli, pochi mesi dopo, fece in tempo a emettere (sottraendoli ai profitti dei banchieri della Federai Reserve Bank) $ 4.292.893.825 in banconote. Queste banconote vennero rapidamente richiamate dalla
circolazione dopo il suo assassinio, mentre le indagini sull'omicidio del presidente venivano depistate e le prove manomesse.
A quarantadue anni di distanza da quei fatti, gli U.S.A. affondano in un debito pubblico che non potranno mai rimborsare, mentre l'indebitamento dei cittadini e delle imprese verso le banche commerciali è circa il quintuplo del prodotto interno lordo. Per sostenere il peso di questo indebitamento interno nonché del crescente debito estero, gli U.S.A. hanno sviluppato, dopo la Seconda Guerra Mondiale, anzi nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods, un sistema imperialistico di signoraggio monetario globale, che consente loro di scaricare sulle nazioni subalterne il peso di questo enorme debito. Almeno in parte...
Mentre l'inflazionata massa di Dollari circolante nel mondo rende il Dollaro stesso sempre meno credibile come moneta di riserva e di scambio internazionale, tant'è che la Russia ha sostituito con Euro buona parte delle riserve della sua banca centrale, il Dollaro si è molto
indebolito contro l'Euro. Il Dollaro è sostenuto principalmente dalla domanda di Dollari per pagare le materie prime e soprattutto il petrolio.
Quando l'Iraq ha iniziato ad accettare Euro (anziché richiedere Dollari) in pagamento del suo petrolio, specialmente da Francia e Germania, il Dollaro si è trovato sotto una mortale minaccia, soprattutto perché altri regimi islamici potevano essere indotti a seguire l'esempio dell'Iraq anche per ostilità all'imperialismo finanziario americano, e
ciò avrebbe travolto il Dollaro. Questa è probabilmente la ragione per cui l'amministrazione Bush ha fatto guerra e invaso l'Iraq, inventandosi le inesistenti armi di distruzione di massa e gli inesistenti legami con Al Quaeda. Il capitalismo americano aveva bisogno di difendere
il suo principale strumento, il Dollaro. L'operazione è riuscita anche perché, a seguito dell'accresciuta tensione tra i Paesi musulmani e delle manovre del cartello Opec, il prezzo del petrolio è fortemente asceso, sostenendo così la domanda di Dollari.
Articolo di Stefano Sacchetto © del 27 Novembre 2014
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