lunedì 19 ottobre 2015

DIRITTO AL LAVORO: ESPOSTO CONTRO IL CENTRO PER L’IMPIEGO DELLA PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA


Articolo pubblicato anche dal IL FATTO QUOTIDIANO a firma della 
 Il Fatto Quotidiano
Giornalista Elisabetta Reguitti

Forse non è professionale che un Blogger scriva un'articolo su se stesso, ma visto che fare il Blogger non è una professione, lo posso fare tranquillamente.La cosa difficile di quando si parla di se stessi è quella di dare un messaggio chiaro di quello che si vuole dire e del motivo per cui lo si fa.Di solito sono gli altri che scrivono qualcosa su di te, solo se sei famoso o hai commesso un reato. Fortunatamente io non rietro in quest'ultimo caso.

E all'ora che cosa avrò da dire di così importante che valga la pena di essere letto e magari commentato? Semplice, sono un'Ipovedente e vi racconterò brevemente cosa significa nell'Italia del 21° secolo esserlo.
E' sempre difficile ammettere una disabilità, soprattutto se questa è invisibile alle altre persone. Gli altri non sanno che sei un ipovedente, che soffri di maculopatia e non si piegano il motivo per cui non li saluti quando gli passi accanto. Ma i problemi veri, spesso drammatici, iniziano nel momento in cui non sei più in grado di svolgere il tuo lavoro. Il mio era quello di consulente informatico e per ovvi motivi non ho potuto più farlo. 

Perdi il lavoro, ti affanni a cercarne uno qualsiasi, ma ti chiedono di presentare un Curriculum Vitae ed il tuo è “troppo professionale”. Prendi allora il coraggio e fai domanda per la pensione d’invalidità. Con quella soltanto, tuttavia, non è possibile vivere, se ne va via solo per pagare l’affitto.Mi sono quindi iscritto, pieno di speranza, alle liste speciali presso il Centro per l’impiego del Verbano Cusio Ossola

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Così, pensavo, questi signori mi troveranno sicuramente un’occupazione adatta alle mie condizioni visive. Così speravo ma..., mentre il tempo scorreva inesorabilmente, ben presto mi resi conto che non era esattamente così. Nessuno cerca, in realtà, un ipovedente. I pochi lavori disponibili per gli invalidi, pulizie, magazziniere, operaio generico, richiedono sempre l’uso degli occhi e, se non sei cieco, neppure puoi accedere alle liste dei centralinisti telefonici e dei fisioterapisti non vedenti.
E allora inizia il pellegrinaggio presso gli Uffici provinciali del Centro per l’impiego, anni
di attese, ma nulla, nemmeno un colloquio di lavoro che possa darti una speranza di un avvenire. Poi ci si mette l’età, 50 anni e che di certo non ti aiuta. Tutti ti dicono che devi inventarti un lavoro e ci ho provato. Ho iniziato a fare il personal trainer, cercando di compensare la disabilità fisica con il miglioramento dell’aspetto esteriore, quasi per volere dimostrare al mondo che hai forza e coraggio e puoi sopperire alla tua grave mancanza visiva con la fisicità; o forse per stimolare gli altri a superare mentalmente i problemi con la tenacia e la volontà.
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Ho provato anche a fare il turnista  come  portiere notturno negli hotel..., sperando di non sbagliare a contare i soldi quando pagano i clienti. Poi arriva il momento che sei stanco e amareggiato di far parte di una società che calpesta sempre e solo i più deboli; ti incazzi nel sentire le menzogne dei telegiornali e dei politici. In te c’è la consapevolezza che la crisi economica è stata costruita, o per lo meno usata per l’appiattimento della società verso il basso, per l’eliminazione dei diritti del popolo a favore delle grandi imprese e delle Multinazionali che vogliono venire ad investire in Italia dove il mercato del lavoro è troppo oneroso. Allora scendi in Piazza a protestare, passi ore, mesi nel Presidio a parlare con commercianti, piccoli imprenditori, pensionati e giovani disoccupati che si lamentano e soffrono, ma nemmeno questo serve a smuovere le coscienze intorpidite da decenni di lavaggio del cervello Orweliano.
Ad un certo punto tiri le somme di quello che hai fatto, degli sforzi vani e prendi coscienza dell’unica verità: la solidarietà verso gli altri è una moneta rara e preziosa, che nemmeno molti uomini di Chiesa sono disposti a spendere per il prossimo. Sono le monete di latta senza valore come quelle dell’egoismo, della superbia e dell’avidità le più spendibili nel mercato globale dell’inumanità 
Dimenticavo di dire che esasperato dalle continue prese in giro da parte del Centro per l'Impiego della mia Provincia, mi sono deciso qualche giorno fà a presentare un'esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania, esposto che potrete leggere in formato PDF,  cliccando sull'immagine sottostante.
Si ringrazia il Dott. Marco Bongi, Presidente dell'Associazione Ipovedenti di Torino e Elisabetta Reguitti, Giornalista  del "Il Fatto Quotidiano", che ha pubblicato la mia lettera. 

Articolo di Stefano Becciolini del 19 Ottobre 2015



 Esposto di Becciolini Stefano




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