Editoriale di Luigi Orsino
(N.d.R) Questo editoriale farà sicuramente discutere, ma il suo vero fine è quello di far riflettere le persone che lo leggeranno. Sicuramente non verrà molto condiviso per la paura atavica e referenziale che l' Italico popolo nutre verso le associazioni criminali
Che la mela non cada mai molto lontano dall’albero è un luogo comune non privo di fondamenta. Senza girarci troppo intorno intendo fare riferimento al figlio di Totò Riina. Come noto il sig. Salvo Riina ha, in quella sede, presentato un suo lavoro letterario. A specifiche domande del conduttore non ha preso le distanze dal padre ne ha condannato la mafia. Il Novello scrittore è fresco di gattabuia dove c’era finito per associazione mafiosa.
Che la mela non cada mai molto lontano dall’albero è un luogo comune non privo di fondamenta. Senza girarci troppo intorno intendo fare riferimento al figlio di Totò Riina. Come noto il sig. Salvo Riina ha, in quella sede, presentato un suo lavoro letterario. A specifiche domande del conduttore non ha preso le distanze dal padre ne ha condannato la mafia. Il Novello scrittore è fresco di gattabuia dove c’era finito per associazione mafiosa.
In verità non è di questa persona che intendiamo occuparci ma bensì del significato, ben poco occulto, di ospitare sulla tv di Stato un personaggio del genere, che per altro impone anche le sue regole per rilasciare la liberatoria. Certamente una scelta molto discutibile quella di Vespa, che supponiamo sia stata avallata da alti dirigenti RAI. A noi sembra ci sia stato in quella sede il rinnovo di un patto tra quella parte delle istituzioni colluse e la mafia. Una mafia che da tempo cerca di mantenere un basso profilo per poter “lavorare” in pace. Insomma crediamo che nulla accade per caso: Se un mafioso è ospitato sulla tv pubblica per pubblicizzare un suo libro, scatenando una ressa di contestazioni, sicuramente è un segnale.
Un esempio del genere potrebbe spingere chi ha già continuamente sotto gli occhi la vita facile dei delinquenti a saltare la barricata. E di fatto è proprio quello che succede.
Voglio anche, in qualche modo, fornire un’attenuante al sig. Salvo Reina. Come ho avuto modo di ribadire più volte i figli di un mafioso sono predestinati a seguire la strada paterna, troppo forte è l’esempio, troppo forte è il richiamo della bella vita che ha davanti agli occhi, troppo forte è il potere che gli si propone di esercitare. Possiamo, dunque, ritenere che questo giovane sia stato mentalmente brutalizzato, sia stato psicologicamente condizionato. Un destino segnato. Il ricambio generazionale deve essere evitato sottraendo i minori all’influenza nefasta di una famiglia in cui si respira solo aria inquinata dal malaffare e dalla violenza. I minori vanno tutelati sempre e comunque, anche i figli dei mafiosi, se non vogliamo ritrovarci, dopo qualche anno a doverli perseguire per gli stessi reati dei genitori. Invitiamo chi di dovere a valutare bene questa tesi. Se poi si volesse approfondire si vada a leggere la proposta di legge che abbiamo avanzato in proposito.
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