La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha dato l’avvio ad una nuova alba, non intendo dire che sarà una radiosa alba, ma sicuramente molte cose cambieranno, non solo negli equilibri geopolitici, come ad esempio un riavvicinamento alla Russia di Putin, ma anche di altro, che in parte condivido ed in parte mi trovano su posizioni decisamente contrarie, come ad esempio le politiche sulle fonti energetiche che continuerà a vedere il predominio del petrolio sulle fonti rinnovabili. Il rinnovamento veramente radicale sarà il modo di pensare della gente e dei mass media, infatti anche se per ora i ben pensanti sono tutti ostili a Trump, sicuramente a breve tutti, mass media in testa, troveranno del giusto e lodabile nelle posizioni che il neo presidente assumerà, tutti si inchineranno al volere dell’uomo più potente del globo. Non possiamo sottovalutare che gli USA detengono la forza militare ed economica egemone del pianeta. Fino alla elezione di Trump i populisti erano considerati feccia, fascisti, omofobi, razzisti e misogini, ora bisognerà fare i conti con questa nuova realtà che si è imposta e si imporrà sempre di più, divenendo, probabilmente, un vero e proprio partito populista internazionale e non solo una realtà circoscritta. Anche Prodi, fine conoscitore della politica e dell’economia ha detto che avanza un nuovo populismo globalizzato, che si affermerà soprattutto negli USA ed in Europa. In verità già da tempo noi blogger andavamo dicendo che non si poteva tirare troppo la corda adottando politiche impopolari quali quelle sull’immigrazione che, in particolar modo in Italia, vedono gli immigrati avvantaggiati rispetto alle popolazioni autoctone (italiani) messe in ginocchio da una terribile crisi economica studiata a tavolino e messa in atto come un esperimento di un’economia pilotata per studiarne gli effetti e le reazioni dei soggetti coinvolti (popolo). I vari governi che si sono succeduti in Italia (Monti, Letta, Renzi) sembra abbiano avuto lo scopo di valutare le capacità di sopportazione del popolo. Ecco che nella terra eletta a simbolo dai liberisti nasce un astro populista per eccellenza: Donald Trump. In una mia intervista del 2012 durante la protesta del 9 dicembre riferivo che, a mio avviso, la protesta era a carattere populista, cioè era mossa da forze provenienti dal basso. Ora bisognerà vedere cosa accadrà dopo le elezioni del 4 dicembre, non tanto per il risultato referendario quanto sul futuro di questo governo illegittimo. Forse assisteremo all’affermarsi di un movimento populista che troverà terreno fertile in Italia, in Europa e forse nel mondo intero. Chi sarà il soggetto politico di questo nuovo movimento, al momento non si vede chi sia in grado di gestirlo, non è dato sapere. Noi vigileremo e riferiremo.
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