AGGIORNAMENTO VICENDA:
Il giorno 19 maggio 2015 mi è arrivata comunicazione da una mia lettrice, Erica c.a, che è stata trovato un alloggio provvisorio per la coppia di Reggio, grazie a dei fondi stanziati da cittadini e appartenenti alla Forze Armate e dell'ordine.
Ecco il testo del messaggio di Erica c.a.:
"La notizia sulla coppia sfrattata di Reggio Emilia e del ritrovamento di un alloggio temporaneo (non sono in grado di dire il tipo di alloggio) mi e stata confermata dalla Dott.ssa Corradini del servizio sociale del capoluogo emiliano.
Li sono stati versati su un conto corrente appartenente alla coppia , la cifra di 4. 468 euro. Fondi messi a disposizione dal 9° Reggimento Col Moschin, dal 4° Reggimento Alpini "Monte Cervino" , e dalla Compagnia Radiomobile dei Carabinieri del capoluogo emiliano,con una partecipazione da parte degli operai di Oto Melara".
Questa notizia è apparsa sulla GAZZETTA DI REGGIO. Sinceramente non me la sento di commentarla, preferisco che siate voi a farlo, o perlomeno vi fermiate per un'attimo a riflettere.
E' molto facile fare della demagogia e dei parallelismi sociali sulla diversa accoglienza che il nostro Governo adotta per gli immigrati clandestini e non sarò certo io a farla. Non per timore di prendere delle posizioni e quindi essere criticato, ma perchè in questo modo divverei strumento di chi vuole affermare la propria superiorità ideologico-politica solo per trarne dei benefici mediatici e di impatto popolare.
Articolo della GAZZETTA DI REGGIO:
Non hanno più nè casa nè auto, un passante ha pagato per loro tre giorni in hotel, il barista offre i pasti
di Enrico Lorenzo Tidona.
Alessia Costalunga e Maurizio Deserti con la loro cagnolina sulla panchina di viale Miontegrappa
REGGIO EMILIA Da tre settimane la loro casa è una scomoda panchina di cemento, resa meno inospitale solo da un sottile materassino sul quale si distendono ogni sera, in viale Monte Grappa, ai margini del centro storico, dove dormono insieme alla loro cagnolina Dafne. L’abitazione l’hanno persa, quando il 28 febbraio scorso il proprietario ha terminato anzitempo il contratto per motivi familiari. Così, a Maurizio Deserti e alla sua compagna Alessia Costalunga, non è rimasto altro che la scelta più dura ma ormai ineluttabile: cercare un riparo in strada, in attesa di una soluzione che li riporti sotto un tetto sicuro.
«Gli affitti in giro erano troppo alti per le nostre attuali possibilità e non ci era rimasto altro se non l’auto, dove abbiamo dormito per diverse notti» racconta Deserti, «purtroppo siamo senza famiglia, senza più genitori: io facevo l’elettricista ma non ho più lavoro e non riesco a trovarlo. Viviamo con una piccola pensione di invalidità. Quello che abbiamo è tutto qui».
Il Comune: «Hanno rifiutato il nostro aiuto»
Il vicesindaco Sassi interviene sulla vicenda dei due reggiani rimasti senza casa. Martedì un incontro con l’Ausl per tentare di trovare una soluzione
A metà aprile, però, l’auto che era parcheggiata poco fuori dal centro è stata sequestrata dalla polizia municipale perché, nel frattempo, l’assicurazione era scaduta. «Non sapevamo più cosa fare e siamo venuti qui» dice Deserti, seduto sulla piccola panchina pubblica, a lato della via che costeggia l’esagono, sulla quale si sono posati gli occhi di molti passanti, come Stefano Foroni, che venerdì si è fermato a parlare con la coppia e in pochi minuti è passato dalle parole ai fatti.
«Non è possibile che due reggiani che sono in difficoltà siano lasciati per strada, non lo accetto - ha detto senza mezzi termini - credo che la città delle persone e del ministro Delrio debba essere in grado di dare una sistemazione a chi ne ha più bisogno. Vivono su una panchina, ma ci rendiamo conto, con la loro povera cagnolina». Dopo poche battute con Alessia e Maurizio, Foroni non ci ha pensato su più di cinque minuti ed è andato all’hotel Saint Lorenz di via Roma, dove ha prenotato e pagato una stanza per tre notti per offrire un riparo temporaneo alla coppia. «Era il minimo - dice Foroni - a me si è stretto il cuore. Dico però che a muoversi deve essere l’amministrazione, il prima possibile. Diamo sempre aiuto a tanta gente, poveri e migranti ma abbiamo anche tanti problemi che vediamo con i nostri occhi». Attorno alla panchina è scattata quindi una piccola gara di solidarietà, racconta Deserti. «C’è gente che ci chiede chi siamo, le forze dell’ordine si fermano per sapere come stiamo, altri ci hanno dato una mano concreta per mangiare. Siamo due persone che non danno fastidio a nessuno». Tra questi c’è Mimmo Esposito, il titolare del bar Pamplemousse di viale Monte Grappa, che da tre settimane offre pasti caldi e un riparo durante il giorno alla coppia. Ma non solo: il barista li ha accompagnati in comune, dai servizi sociali, ed è ora in attesa di un risposta dopo varie insistenze.
«Siamo arrivati fino al vice sindaco Sassi e ci hanno finalmente fissato un incontro con i servizi sociali per valutare la loro situazione» racconta il barista: «Io ho fatto ciò che mi sono sentito, nulla di più. Pochi giorni fa sono andati a dormire in stazione ma Maurizio è stato picchiato di notte da un teppista. È tornato indietro con la faccia gonfia e hanno preferito starsene ancora qui, sulla panchina». La soluzione non è certo dietro l’angolo. Le liste d’attesa per una casa popolare sono lunghe.
«Ne avevamo già fatto domanda in precedenza - avverte Deserti - ma ci hanno dato 11 punti. Sono troppo pochi ma è l’unica soluzione per noi». «Non chiediamo da mangiare o soldi ma ci basta una stanza» aggiunge la compagna, che ringrazia i passanti diventati benefattori, che hanno comprato anche le crocchette per la cagnolina. «Da stanotte staremo meglio. Grazie».
Articolo tratto da la "GAZZETTA DI REGGIO" del 3 Maggio 2015
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