venerdì 4 dicembre 2015

IL POTERE CORROMPE


Editoriale di Luigi Orsino



(N.d.r.) Durante l'impaginazione di questo editoriale, ascoltando Radio 24 Il Sole 24 Ore, e nello specifico la trasmissione di Oscar Giannino "La versione di Oscar" (Ore 16.30 - 17.00 DI OGGI), ho ascoltato  le dichiarazioni del Cardinale di Milano Angelo Scola,che testualmente affermava ad una domanda sul terrorismo e gli auspicabili equilibri mondiali, queste parole: ABBIAMO ABBIAMO BISOGNO DI UN NUOVO ORDINE MONDIALE.
.Mai nessuna affermazione così spudorata ha risvegliato l'angosciosa consapevolezza che bisogna agire al piu' presto per evitare di retrocedere di mille anni indietro, quando l'ordine mondiale era stabilito dal "potere temporale dell'imperatore" e dal potere spirituale del papato". Ed ora ci sono tutti i segnali per l'istaurazione di un Nuovo Ordine  Mondiale (N.W.O.),  ma qui entrerebbe un nuovo soggetto, ai tempi sconosciuto: "il potere economico".

"Attraversare il mare per ingannare il cielo" I° stratagemma dell'arte della guerra cinese scritto tra il 770 a.C.e il 495 a.C.,  dal Generale filosofo cinese Sun Tzu ed utilizzato come materia di studio sia nelle Accademie Militari, scuole politiche ed economiche. Il primo startagemma si puà assumere così " ciò che si trova sotto gli occhi non desta sospetto. Ciò che è familiare non desta tensione. Il migior nascondiglio per ordire un piano segreto è il pieno giorno, anzichè la penombra". Vi invito comunque ad ascoltare questo breve ma chiarissimo audio del I° Stratagemma dell' Arte della Guerra Cinese, cliccando QUI.
Stefano Becciolini



L'EDITORIALE

Un tempo essere cittadini romani  (oggi italiani) era un privilegio, significava avere diritto a privilegi  sconosciuti in altre parti del mondo. Oggi, dopo quasi duemila anni, l’Italia è la culla della sopraffazione, il paese che, più di qualunque altro del mondo occidentale, vessa i propri cittadini in maniera spudoratamente esagerata, non tiene in nessun conto le loro opinioni e li considera nella sola ottica di vacche da latte da mungere. Nulla, o quasi, otteniamo in cambio dell’enorme pressione fiscale che ci opprime, Di fronte ad un popolo sofferente che stenta a sopravvivere ci vengono propinate solo chiacchiere che mai trovano riscontro in provvedimenti seri, veramente tesi a ridimensionare il disagio grave di cui la stragrande maggioranza degli italiani lamenta. A fronte di una crescita continua dei disoccupati, giovani e meno giovani, di fronte all’aumento costante e preoccupante di coloro che sono costretti a vivere al di sotto della soglia di povertà, di fronte al crescente numero di aziende costrette a chiudere, di fronte al crescente numero di suicidi di coloro i quali, precipitati nel baratro della disperazione, senza altro futuro che non sia l’indigenza, senza più speranza di potersi riappropriare della propria dignità scelgono la strada dell’eutanasia, questo governo non trova di meglio che, demagogicamente, fare promesse che sa di non poter mantenere. Oltre a dover subire gli insulti di un malgoverno infingardo e corrotto siamo costretti anche ad essere presi per il culo da chi si fa beffe delle nostre sofferenze. Viviamo in un paese in cui gli sprechi sono la regola, gli stipendi  abnormi e le pensioni d’oro gratificano chi ha contribuito a renderci schiavi di un sistema malato. Pochissimi mangiano alla tavola imbandita del potere, tutti gli altri rischiano di morire d’inedia. 
Il neo – feudalesimo è cosa fatta. Ora come millenni addietro c’è chi gozzoviglia e chi è costretto a mendicare. Chi può permettersi lussi sfrenati e chi è costretto a rinunciare all’essenziale. Siamo i nuovi servi della gleba. Un governo, molto lungimirante, non trova di meglio che aumentare ancora di più le tasse, impoverire ancora di più il popolo, trovare sempre nuovi sistemi per spremere frutti che non hanno più succo da donare. Basta leggere un giornale o guardare un tg per essere sommersi da un fiume di inutili parole in burocratese che non hanno alcun significato. L’unica realtà è quella che ognuno di noi vive quotidianamente. Una realtà fatta di sacrifici, umiliazioni, mancanza di solidarietà dall’alto, furto della nostra dignità, ripudio di una lezione di civiltà che ci viene dai nostri padri e che gli attuali reggitori dei nostri destini hanno travisato ed avvilito. Culla dell’inciviltà questa è l’Italia di questo inizio del XXI secolo. Innanzi al dilagare della povertà e del consequenziale malcontento popolare, invece di porre mano a serie riforme sociali per una più equa spartizione della ricchezza i padroni del “Palazzo” si arroccano sempre più dietro i loro immeritati privilegi, rigettano qualsiasi proposta che possa portare un poco di sollievo ad una popolazione disperata. L’Italia dovrebbe essere tra i sei paesi più industrializzati del mondo, membro di diritto dei paesi più civilizzati, invece stiamo precipitando, sempre più velocemente, verso un futuro simile al passato medioevo. Ovviamente solo una più equa distribuzione della ricchezza potrebbe sanare molti dei mali di una società decadente. Decadente non per alterazione dei costumi
popolari ma ad opera di una forma di malgoverno a tutti sgradita, da tutti definita oppressiva delle libertà individuali. Siamo innanzi ad una subdola forma di schiavitù. Privando il popolo delle risorse necessarie alla sopravvivenza si fa in modo che essi si disinteressino dei problemi del paese, accettino passivamente pesanti intrusioni nel privato perché troppo presi a combattere contro le difficoltà del vivere quotidiano.
Basta guardarsi intorno per vedere miriadi di giovani che non riescono a trovare una collocazione nel tessuto sociale, molti, scoraggiati dall’incertezza del futuro, abbandonano gli studi e neanche provano più a cercare un lavoro. Uomini ancora giovani, dai quaranta anni in su, a volte anche più giovani, sono tagliati fuori dal mercato del lavoro, per averlo perso o non averlo mai avuto. Sono ritenuti già troppo vecchi per lavorare ma ancora esageratamente lontani dalla pensione, fosse anche solo quella sociale. Anziani che non hanno alcun reddito perché mai hanno trovato posto nel sistema produttivo, oppure hanno redditi da fame grazie ad un sistema pensionistico al collasso, grazie ad una gestione criminale dei contributi che ogni lavoratore versa durante la sua vita lavorativa. Anziani che non vengono più considerati una fonte inesauribile di esperienze, esempi da imitare, dispensatori di saggi consigli, bensì un peso che questa società, nella sua attuale forma aberrante, anela a disfarsi al più presto possibile.  Unica soluzione al problema degli anziani, ed alla mancanza di fondi per pagare le loro pensioni, è stata elevare l’età pensionabile. Così facendo si spera che una buona percentuale di loro passi a miglior vita prima di potersi godere la pensione a cui hanno diritto. Anziani condannati alla fame ed alla solitudine ma ugualmente zavorra da mollare il prima possibile. In tutto ciò noi gente comune come possiamo intervenire? Forse scegliendo con oculatezza gli uomini ed i partiti politici da votare? Non credo proprio. Oramai andare al voto è divenuta una vuota formalità, l’unico effetto reale è l’enorme spesa per organizzare le consultazioni elettorali. Per il resto c’è poco da sperare, i giochi sono già fatti ben prima che il popolo si esprima, accordi preelettorali hanno già portato alla spartizione del potere, hanno già deciso quali saranno i culi che siederanno sulle poltrone di comando ed anche quali saranno quelle poltrone. Se pensate ad una forma di meritocrazia siete degli illusi, si tratta, invece, di una forma di meretricio. Tutti si vendono senza ritegno, ognuno pone i propri interessi innanzi a tutto ed a tutti. Siamo governati da una banda di delinquenti con tanto di patente d’immunità. Democrazia? Mai vocabolo è stato più travisato e strumentalizzato. Altro che governo del popolo, il popolo non decide le linee guida della politica … le subisce. Questa è una forma, neanche tanto occulta, di oligarchia. 
Nel caso ancora non siate convinti vi invito a pensare agli ultimi referendum, che dovrebbe essere espressione di democrazia diretta, con i quali ci hanno chiamato ad esprimere la nostra opinione. Ebbene nessuno dei risultati venuti fuori dalle urne referendarie ha poi avuto applicazione. Il volere popolare è stato, semplicemente e leggiadramente, ignorato.
 Articoli PDF DICEMBRE 2015
Va bene, direte voi, nulla funziona: La sanità sta diventando un privilegio (molti decidono di non curarsi più perché non hanno la possibilità economica di farlo), La sicurezza è una pura messinscena che non inganna nessuno, tanto meno chi ad essa attenta, la crisi economica, creata a tavolino per pura volontà speculativa, ha travolto milioni di famiglie creando un’industria della povertà. Si avete capito bene la povertà che ci toglie la voglia di vivere, ci umilia e spegne la speranza, che non trova più albergo nei nostri cuori, arricchisce coloro che su questo dramma speculano. Associazioni che lucrano, senza ritegno alcuno, sull’assistenza ai poveri, leggi emanate solo apparentemente per dare sollievo a chi è in difficoltà si trasformano in fiumi di soldi che finiscono nelle capaci tasche di chi è chiamato a gestirli. Ogni comparto dell’apparato statale è stato programmato, o riprogrammato, per creare ricchezza che attraverso mille rivoli prende vie del tutto diverse da quelle che vorrebbero farci credere. Svegliatevi! Fermati un attimo a riflettere e indicatemi solo tre cose che in Italia funzionano bene. Ho detto tre e non tremila. La soluzione? Devo, purtroppo dire che allo stato attuale delle cose non vi sono soluzioni indolori. Solo un totale, e radicale, cambiamento della struttura sociale potrebbe cambiare le cose. Per onestà devo dire che quasi mai rivolgimenti violenti hanno avuto esiti fausti. Quasi sempre, dopo un deprecabile bagno di sangue, si ritorna inevitabilmente alla situazione antecedente alla rivolta. “Il potere corrompe” molto potere corrompe molto. Forse l’uomo ha nel suo DNA il germe della sopraffazione? Non voglio crederci! Del resto vi sono tanti paesi, che pur non avendo la miglior forma possibile di governo, hanno ben più rispetto dei loro cittadini e dei loro sacri diritti. Forse in questi paesi temono che i cittadini, troppo vessati, finiscano per ribellarsi. Allora i nostri governanti dovrebbero incominciare ad avere un po’ di paura e la poltrona dovrebbe incominciare a scottare sotto i loro culi. Forse la soluzione è tutta li: far capire a chi pensa di poter gestire un potere a carattere assolutistico che così non è, o non lo è più. Far capire ai professionisti della politica che la poltrona a cui tanto aspirano può essere molto scomoda. Forse se temessero la reazione di un popolo fiero molti imbecilli senza altre qualità, che non sia l’ingordigia, si guarderebbero bene dal dannarsi pur di entrare nei palazzi del potere.  
La politica italiana deve essere, per forza di cose, totalmente riformata. Questo cambiamento non avverrà spontaneamente, noi dobbiamo far sentire la nostra voce, gridare il nostro dissenso, scacciare i furfanti, non accettare mai più passivamente di essere schiavizzati e derisi. Un esempio di riferimento? I paesi scandinavi. In questi paesi la qualità della vita è a livelli per noi inimmaginabili, quasi fantascienza. E’ verso quelle tipologie di governo che dobbiamo mirare se vogliamo ritrovare la speranza, la voglia di vivere, la dignità e l’orgoglio di essere italiani. Un primo significativo passo in avanti sarebbe  istituire un reddito di cittadinanza per gli italiani che letteralmente muoiono di fame o si trovano in condizioni economiche disagiate. Uno stato, talvolta, transitorio che potrebbe essere risolto con una forma di sostegno che permetta di rimettersi in carreggiata.
Il caso, forse più eclatante ed esplicativo, è rappresentato dalla Danimarca. Il sistema, in atto da tempo, è una delle forme di sostegno alla povertà meglio realizzate. Il contributo mensile, per chi supera i 25 anni, è di ben 1.325 Euro mensili (senza contare l’eventuale aiuto per l’affitto), mentre per chi ha famiglia può toccare i 1.760 Euro mensili. Contributi ben più alti di uno stipendio medio Italiano.  I detrattori del reddito di cittadinanza ritengono che esso sarebbe un disincentivo al lavoro e un incentivo al lavoro in nero. Per la verità in Danimarca questo non è successo, anzi il tasso di disoccupazione è uno dei più bassi d’Europa.
Dove prendere la copertura economica per introdurre il reddito di cittadinanza?
Ma come non lo avete ancora capito? Spazzando via i privilegi di tutti coloro che parassitano alle nostre spalle. Inoltre incentivando, in modo serio senza paletti speculativi e truffaldini, l’iniziativa privata nuove aziende, adeguatamente finanziate con i fondi europei, creerebbero nuovi posti di lavoro, nuova ricchezza e nuovi contribuenti. Costringere le aziende a chiudere, sommergendole di tasse, equivale ad ottenere l’effetto esattamente opposto. Penso che i fatti lo abbiano dimostrato. Una semplice ricerca sul web vi dimostrerà la diretta proporzionalità tra aziende fallite ed il consequenziale impoverimento della popolazione. Innalzare il livello di tassazione non è la cura è la malattia! Una cosa è certa gli italiani non possono continuare a guardare pochi fortunati che si abbuffano mentre loro fanno la fame. La pace sociale è in pericolo.  Di questi tempi molti sono i fattori di tensione e di destabilizzazione ma non si deve minimizzare il malcontento popolare. La storia ci insegna che la pancia vuota è cattiva (o buona?) consigliera.





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