Editoriale di Luigi Orsino
Possiamo dire che l’Inghilterra abbia colpe sulla decisione di uscire dalla UE? Possiamo affermare che la scelta di abbandonare l’Unione Europea sia stata sbagliata? Ci sono molte e complesse valutazioni da fare.
I principi fondanti dell’UE erano tutti orientati a compattare gli Stati di un continente da sempre percorso da pericolosissime forze centrifughe che, in passato, hanno causato immani drammi, esplosioni d’inaudita violenza e sterminio di intere generazioni. Basti ricordare le guerre napoleoniche, la guerra franco-prussiana, la prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale ed in tempi più recenti le devastanti guerre balcaniche. Quindi alla base della fondazione di una nazione europea vi era la volontà di compattare popoli con una radice comune, di pianificare un futuro di pace e di costruttiva collaborazione.
Purtroppo i buoni propositi sono rimasti tali, astratti dogmi chiusi in un inaccessibile cassetto. Su tutto ha prevalso la volontà di fare dell’Unione Europea un terreno di mera speculazione economica, uno scenario in cui solo gli interessi di grandi lobbies hanno trovato veramente terreno fertile. Coloro che fondarono l’Unione furono poco lungimiranti, o più probabilmente agirono in malafede, facendo in modo che la propugnata volontà di creare un nuovo stato pacifico e fattivamente collaborativo fosse solo un paravento dietro il quale si nascondeva la volontà di sfruttare le differenze economiche esistenti tra le varie nazioni per creare forti correnti speculative grazie alle quali i ricchi sono diventati sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Uniti solo nella disgrazia di essere governati da oligarchie oppressive che mirano solo ad arricchirsi ed arricchire ancora di più chi li dirige e li comanda. Un’Unione Europea fondata sulle disuguaglianze sociali, sulle differenze di tenore di vita dei cittadini dei vari stati. Siamo assolutamente certi che si sia trattato di un virus inserito “ ad hoc” perché si attivasse a tempo debito, perché attraverso differenziali di potenzialità economiche l’azione di ignobili speculatori sovranazionali fosse favorita. Certamente a tale fine a sempre giovato anche l’intransigenza del governo europeo che non manca mai di manifestare la volontà di un’omologazione di tutti i popoli d’Europa. Una globalizzazione a tutto detrimento delle realtà locali e delle tradizioni ultra secolari dei vari popoli. E’ in spiegabile, ed inutile, che il governo europeo cerchi di legiferare sul diametro della pizza o sugli ingredienti del cioccolato o sui materiali da usare nella ristrutturazioni delle case. Come si può pensare che chi possiede una casa a Roma vecchia di secoli debba usare gli stessi materiali di un comprensorio abitativo ultramoderno a Tallin? Stupidità o mero calcolo? Propendiamo per la seconda ipotesi. Mentre i problemi reali vengono sistematicamente disattesi ci si perde dietro a diatribe senza senso.
L’Unione Europea avrebbe dovuto evolversi verso una confederazione di Stati con un solo parlamento centrale un solo capo di stato e governatori locali, un solo esercito, una sola politica estera, un’unica politica fiscale. Una sorta di Stati Uniti d’Europa in cui doveva essere prioritaria la ricerca del benessere dei cittadini. La bellezza è nella diversità ed anche il benessere. Non è vestendo tutti allo stesso modo o mangiando tutti le stesse cose che potremo sentirci uniti nelle comuni radici europee. Occorre sperare che il proprio vicino prosperi ben sapendo che di ciò beneficeremo anche noi. Tutto ciò che è stato fatto nella UE sembra solo voler accentuare le spinte del nazionalismo più esasperato, quello stesso nazionalismo che ha causato le immani tragedie di cui si diceva all’inizio. L’uscita dell’Inghilterra dalla UE è una tragedia che farà sentire i suoi effetti per anni, anche e soprattutto sugli stessi inglesi (già la Scozia afferma che vi sarà un referendum che riproporrà l’indipendenza dal Regno Unito e la loro volontà di restare nella UE). C’è da sperare che non si crei un effetto domino che porti alla disgregazione di un sogno, un progetto teorizzato ed inseguito, con sistemi sbagliati perché violenti, molte volte in passato. Invece di affrancarci dalla sudditanza nei confronti degli USA il referendum inglese ci ha legato ancora di più al carro degli americani. Inoltre in un mondo sempre più destabilizzato da forze che minano alla base l’identità occidentale è criminale indebolirsi, è un ritorno ad un passato buio e cruento, è un passo verso i baratro. Si! Sono favorevole all’Unione Europea, ma non a questa Unione Europea. Occorre rifondare la UE, occorre riscrivere le regole tendendo alla giustizia sociale ed al benessere economico di tutti i popoli europei.
Se è vero che nella diversità è la bellezza è su tale bellezza che dobbiamo rifondare il comune benessere. Se l’Inghilterra ha ritenuto più giusto fuggire che combattere per la pace e la giustizia non ci sentiamo di giustificarla, come non potevamo giustificare i numerosi privilegi di cui godeva all’interno della UE. Non è più tempo di privilegi, non possiamo più sopportare che avidi speculatori ci rubino il futuro ed i sogni, non dobbiamo più piegare la schiena ai colpi dei famelici mostri che ci vogliono imbrancati come pecore al macello.
Checché se ne dica l’unione fa la forza.
Ascolta anche l'editoriale radiofonico di Stefano Becciolini dal titolo: EUROPA: LA FINE DI UN SOGNO, TRASFORMATO IN INCUBO DALLA GRANDE FINANZA GLOBALE
Trasmesso il 24/06/2016 da RF912 "LA WEB RADIO DELLA RSISTENZA"
Nessun commento:
Posta un commento
Per scelta personale i commenti sono liberi, senza moderatore. Gli utenti che lasciano un commento se ne assumono la responsabilità.