Intervista di Stefano Becciolini
Intervista all' Avvocato Carlo Taormina per un'analisi dei risultati elettorali delle Amministrative del 19 giugno. Una lucida diesamina degli ultimi avvenimenti politici si allarga a considerazioni di ben più ampio respiro. Un nuovo modo di intendere la politica che trova un’ulteriore affermazione in questa tornata elettorale (ballottaggio elezioni amministrative). Non escludendo un rapido sguardo al futuro dell’Europa.
Redazione: Becciolini Stefano: B
Avvocato Carlo Taormina: T
B – Le sembra che stia cambiando qualche cosa dopo la vittoria al ballottaggio di Virginia Raggi a Roma e della Appendino a Torino?
T – Si tratta di risultati che, per quanto quello della Raggi a Roma fosse quasi scontato e quello di Torino una piacevole sorpresa, fanno ben sperare che qualche cosa nella politica italiana inizi a cambiare.
B – A suo parere la vittoria della Raggi a Roma potrebbe rivelarsi come una “polpetta avvelenata” per il M5S?
T – Molto importante è ciò che sarà fatto d’ora in poi ad iniziare dalla composizione di una squadra di governo molto agguerrita dal punto di vista delle competenze. Non discuto nemmeno sull’onestà, da sempre cavallo di battaglia del M5S, ovviamente una squadra competente in grado di affrontare le enormi problematiche di una grande e difficile città come Roma sarà un elemento tranquillizzante per chi si è affidato al movimento. Non possiamo neanche negare che in molti si chiedono se il movimento abbia raggiunto una maturità tale da poter gestire grandi e complesse realtà come Roma e Torino. C’è da sperare che la Raggi e la Appendino sappiano ben usare il potere che è stato loro delegato dagli elettori. Io sono molto fiducioso e credo che si sia all’alba di un nuovo giorno della politica italiana.
B – A parte la vittoria del M5S a Roma e Torino, con notevoli perdite del PD, a cosa attribuisce la notevole perdita di consensi del Centro Destra?
T – Questa storia del centro destra è alquanto più complicata, infatti a Milano dove si afferma che il ballottaggio tra Parisi e Sala sia la dimostrazione che quando il Centro Destro marcia compatto riesce ad ottenere notevoli consensi non mi convince affatto. Milano è una città particolare ed il risultato elettorale necessita di un’interpretazione anche un tantino maliziosa. Il Centro Destra che non ottiene risultati apprezzabili a Roma, a Torino, a Napoli non può poi essere considerato solo in base al risultato ottenuto a Milano, quasi che la piazza di Milano possa intendersi come metro per misurarne la vitalità. Io credo che il Centro Destra stia attraversando un momento di profonda crisi e che la sua rinascita debba basarsi sui principi del liberalismo europeo, liberalismo che non può fare affidamento a Salvini ed al suo partito, basti pensare che la Lega ha perso la piazza di Varese storicamente sua roccaforte, con un sindaco leghista uscente per altro. La rudezza dell’azione politica della lega non poteva continuare a convincere gli italiani notoriamente moderati. Io credo che Milano meriti una considerazione a parte. Non esistono sostanziali differenze tra Sala e Parisi, l’uno è speculare all’altro. Che vincesse il primo o il secondo non sarebbero cambiate le cose. Milano necessita di un governo che favoriscano la vocazione affaristica della città, che il potere continui ad avallarne la crescita economica e che tutto continui a girare intorno al mondo imprenditoriale. Da questo punto di vista che il sindaco sia Sala o Parisi poco importa. Pertanto vedo nell’affermazione del PD a Milano più motivazioni di carattere affaristico che no la prova di una forza che si esprime al meglio quando vi è una forte coesione.
B – Dunque lei pensa che l’elezione di Boccia come nuovo presidente di Confindustria abbia dato i suoi frutti?
T – Certamente! Sala ha fatto parte della giunta Moratti, la politica che tende la mano agli affari non è fatto a lui sconosciuto, lo stesso dicasi per Parisi. Proprio per questo motivo ritengo che non vi saranno grandi scontri tra la maggioranza di Sala e l’opposizione di Parisi.
B – Una domanda leggermente maliziosa: pensa che la malattia di Berlusconi, a ridosso di importanti appuntamenti politici, possa essere l’occasione di un’uscita dalla pota di servizio di Berlusconi, una sorta di sganciamento indolore?
T – E’ presto per dirlo. Credo che da tempo Berlusconi si stia ritagliando il ruolo di “padre nobile” garante di Forza Italia e dei rapporti con gli altri partiti del Swntro Destra. La guarigione del Presidente Berlusconi, che io gli auguro avvenga al più presto, penso segnerà il rafforzamento della figura di garante che egli stesso sembra voglia ritagliarsi per il futuro. Le capacità intellettuali del Presidente sono immutate e il suo valore politico si farà sentire ancora per molto tempo. Provengo da Centro Destra, essendo un liberale, ho sempre affermato di tenere in debito conto il M5S, non ho mai approvato gli attacchi portati da Forza Italia al movimento, non ho mai ritenuto che il movimento dovesse essere ghettizzato. Il movimento, lontano com’è da ogni impostazione ideologica ha al suo interno diverse anime, come è stato in passato per Forza Italia. Ma mentre FI era compattato dalla presenza forte del suo capo carismatico, Berlusconi, il movimento è caratterizzato dalle iniziative personali, non esiste un capo riconosciuto che detti le linee guida, neanche Grillo, ma vi sono attivisti a vari livelli che portano avanti discorsi convergenti. Un nuovo modo di fare politica. Una realtà eterogenea che spontaneamente converge verso la soluzioni di problemi condivisi. Il tramonto della vecchia politica è dovuta proprio all’incapacità di comprendere che il leader unico non risponde più alle attuali esigenze, molto meglio fa il movimento con tanti diversi soggetti ognuno con il suo pensiero e con il suo modo di fare politica. Le votazioni che hanno visto il prevalere del M5S hanno premiato questa nuova visione della politica. L’attacco alla Raggi è stato inutile, la Appendino ha vinto anche grazie ai voti del Centro Destra. Se Parisi avesse potuto contare sul 10% del CD avrebbe prevalso su Sala. L’attacco del CD e di FI cotro la Raggi appoggiando addirittura il PD, mandando il candidato del centro sinistra al ballottaggio, ha sfavorito Parisi a Milano. In definitiva il movimento, pur senza accordi formali e soprattutto senza inciuci è in grado di attirare a se naturalmente voti di aree liberali che si sentono coinvolte dalle medesime problematiche.
B – Siamo passati dalla rottamazione della vecchia politica, proposta da Renzi, alla rottamazione dei rottama tori …
T – Certamente! Non poteva essere diversamente. Con gli annunci non si fa nulla e con gli scontri intestini ai partiti si fa ancora peggio. Il CD è stato, poi, sconquassato da una vera e propria diaspora che non poteva che dare frutti negativi.
B – Secondo lei avvocato esiste all’interno del Centro Destra una figura di spicco che potrebbe sostituire Berlusconi?
T – Io credo che Berlusconi resterà ancora per molto tempo un simbolo, una guida. Al tempo stesso credo che la figura del leader unico, capo carismatico, abbia fatto il suo tempo. La storia del M5S lo dimostra. Casaleggio e Grillo non hanno mai fatto da condottieri. I leader come Di Maio e Di Battista vivono di luce propria, non è il loro pensiero a compattare il movimento ma è la comunione stessi degli interessi comuni a farlo. Le regole interne del movimento sono ancora in via di definizione. L’uomo solo al comando non risponde più alle esigenze della mutata politica attuale. Renzi sembrava poter essere la risposta a tutti i problemi, il suo fallimento è la riprova che il concetto verticistico dei vecchi partiti è superato.
B – Un momento molto particolare: la vittoria del M5S e giovedì il referendum in Inghilterra sull’uscita dall’Unione Europea …
T – Un periodo di grande fermento. Speriamo che l’uccisione della Cox non incida sull’esito del referendum. Io, sinceramente, sono per l’uscita dell’Inghilterra dalla UE, sperando che il precedente induca altri Stati a Fare altrettanto. Ovviamente bisognerà, poi, mettere mano a trattati ed accordi che stabiliscano un modo diverso di interfacciarsi dei vari paesi europei nel rispetto dell’autodeterminazione delle nazioni sovrane.
Trascrizione di: Luigi Orsino
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