Editoriale di Stefano Becciolini
Strana estate questa del 2016 che ora mai sta giungendo inesorabilmente al termine. Non è un'estate come le altre, non solo per la scia di sangue degli attentati in Europa e per il misterioso Golpe in Turchia di cui non se ne parla quasi più. Nell'aria aleggia lo spettro di qualcosa di ancora più grave che deve accadere ma la sua percezione ai più rimane un vago presagio o più semplicemente viene vilmente ignorata. In questo scenario di crisi economica che non da segno di finire, di attentati in Europa che sembrano solo all'inizio, si aggiungono lo
spettro funesto delle elezioni Presidenziali Americane di Novembre e del nuovo corso di una guerra non più tanto fredda con la vicina Russia.
Mai come ora il destino dell'occidente e dell'intera umanità è appesa ad un filo, il filo sottile che potrebbe essere reciso dal nuovo Presidente degli Stati Uniti d' America, chiunque esso sia. Non c'è di certo da stare allegri se il mondo ha come alternativa di pace un Donald Trump
pistolero e una Hillary Clinton legata mani e piedi ai NEOCONS Americani.Per capirci “Neocons” è un movimento politico Internazionale di origine statunitense, interventista, occidentalista ed americanista che vorrebbe dare vita ad un nuovo corso, un nuovo ordine mondiale, a guida stelle e strisce, e identificato con l'acronimo di PNAC (Project for the New American Century). Quale sarà il progetto Geo Politico dei due aspiranti Presidenti, oltre che debellare il terrorismo islamico creato dalle Agenzie Governative Americane e sovvenzionato dai soldi di Arabia Saudita e Quatar? Quale altro nemico dovranno trovare per alimentare l' oliata macchina della discordia e dell'odio planetario? Un nemico pronto in realtà esiste di già: la Russia di Putin. L'offensiva economica è già iniziata nel 2014 con le sanzioni contro quel Paese, che invece di indebolirlo lo hanno rafforzato come identità di popolo e questo indubbiamente grazie a Putin. La pre-offensiva da tempo è stata preparata, ma alcune cose sono andate storte, come la figuraccia dell' Occidente nella guerra in Siria contro l' ISIS, che solo grazie all'intervento Russo ha avuto una svolta decisiva.
Ma ora contro Putin viene scagliata un'arma ancora più micidiale, la propaganda dei Mass Media occidentali che in ogni modo vogliono contestare alla Russia il primato di "mangia bambini" come ai tempi dell’italico scontro PC - DC.
La notizia della vicenda del piccolo Omar e di suo fratellino morto nei bombardamenti russi ad Aleppo sta facendo il giro del mondo, giustamente commuovendo le persone. L' Occidente e l' Italia soprattutto ha memoria corta o perlomeno solamente per quelle vicende storiche che ogni anno vengono ricordate con riti ufficiali. Ma senza togliere nulla ai vari Olocausti della
storia, vere e proprie macchie di oscenità e abbruttimento dell'essere umano, bisognerebbe ricordare anche le stragi perpetrate in nome dei valori occidentali o più correttamente di quei valori che gli Stati Uniti d' America vorrebbero esportare su questa terra e Dio sa dove altro ancora, Marte? Quanti Omar meno fortunati hanno dovuto subire la distruzione della propria terra e la perdita dei genitori ed affetti? Quello che l'Occidente a guida Americana ha erpetrato ai danni dei mussulmani negli ultimi 25 anni si può definire un vero e proprio Olocausto, circa 4 milioni di morti tra i civili nelle cosiddette “guerre al terrore”.I dati sono del giornalista investigativo Nafeez Ahmed, impegnato sui media internazionali. L’ultima notizia la fornisce
la Prs di Washington: l’associazione “Physicians for Social Responsibility”, composta da medici e Premi Nobel per la Pace, in un rapporto di 97 pagine dichiara che il solo decennio seguito all’11 Settembre «è costato la vita a circa 1,3 milioni di persone, forse anche
2 milioni», calcolando il numero di vittime civili mietute dagli interventi militari statunitensi in Iraq, Afganistan e Pakistan nel quadro delle “operazioni contro il terrorismo”. Questo Olocausto è stato praticamente oscurato dai canali anglofoni d’informazione, ed anche la denuncia di Nafeez Ahmed è stata completamente ignorata dal mainstream nonostante rappresentasse il primo sforzo di un’organizzazione internazionale di medici nel produrre un calcolo scientificamente provato del numero delle persone uccise nella “guerra al terrore” condotta da Stati Uniti e Gran Bretagna. Solo nella guerra in Iraq, pomposamente chiamata dagli USA “Operation Iraqi freedom”, ovvero “operazione libertà in Iraq”, da un studio, guidato dal team di Amy Hagopian dell’Università di Washignton negli Stati Uniti, calcola che dal 2003 al 2011 ci sono stati circa mezzo milione di iracheni che hanno perso la vita in bombardamenti e scontri
armati, di cui il 30-40% morti per cause indirette dovute al collasso delle infrastrutture mediche e sociali. Tuttavia, il dato che più colpisce l’attenzione è la predominanza delle vittime civili sulle forze combattenti di ogni tipo (militari iracheni e internazionali, insorgenti).
Ecco alcune delle innumerevoli stragi Made in USA. classificate come
"danni collaterali":
maggio 2004, Iraq Occidentale, villaggio di Al Qaim
Un elicottero USA apre il fuoco sugli invitati ad un matrimonio, 40 morti, tra i quali molti bambini.
3 maggio 2005, Afghanistan. provincia centrale di Uruzgan.
L' aviazione USA bombarda una festa nuziale uccidendo 48 civili e ferendone altri 117.
4 luglio 2005, Afghanistan, villaggio di Chichal
una ventina di chilometri a est di Asadabad, capoluogo della provincia orientale di Kunar. Cacciabombardieri USA distruggono alcune case del villaggio, ma mentre gli abitanti del villaggio stavano cercando di soccorrere le vittime del primo raid, i caccia sono tornati effettuando un secondo bombardamento. E’ stata una strage di civili, donne e bambini. Il bilancio non è chiaro. Il governatore provinciale Assadullah Wafa ha parlato di almeno 17 morti, ma secondo Abdul Latif Hakimi, portavoce dei talebani, i morti sono almeno 25.
2 Maggio 2015, Siria
52 civili morti in un raid aereo della coalizione statunitense nella provincia di Aleppo
4 agosto 2015, Siria e Iraq
Almeno 459 civili, tra cui oltre 100 bambini, sarebbero rimasti uccisi nei bombardamenti condotti dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti nel corso della guerra contro
l'Isis in Siria e Iraq.
22 luglio 2016, Siria
Un bombardamento degli Stati Uniti ha ucciso cento civili nel nord della Siria, 35 sono bambini ad Manbij, una città nel nord della Siria.
Riferimenti di ricerca:
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