RUBRICA DI LUIGI ORSINO
Come noto il periodico satirico francese “Charlie Hebdo” ha pubblicato una vignetta, disgustosa, con la quale intendevano fare satira sul recentissimo terremoto di Amatrice. Noi italiani siamo disegnati con fattezze assolutamente non italiche e le povere vittime vengono rappresentate schiacciate da una montagna di pasta al sugo. La didascalia: Terremoto all’italiana, pasta al sugo, penne gratinate e lasagne. Le ovvie proteste sono state seguite da un’altra vignetta che mostrava una vittima ferita che mormorava, si presume: “Non è Charlie Hebdo che ha costruito le nostre case ma la mafia”. In risposta, adeguata ma altrettanto inopportuna, un noto quotidiano italiano, “Il Tempo”, ha pubblicato una vignetta che mostrava un uomo incappucciato e vestito di nero che faceva strage di innocenti, con riferimento inequivocabile all’attentato subito dal giornale satirico, la cui didascalia recitava: “ Tartare alla parigina” la lecita domanda è: “Cari francesi vi avrebbe fatto piacere se avessimo commentato gli attentati che avete subito con una simile vignetta?” Questi i fatti, fino ad ora.
In verità riteniamo che la vignetta di Charlie sia stata inopportuna e sconsideratamente razzista nei confronti di un popolo amico e che ha sempre dimostrato solidarietà per i gravi episodi avvenuti sul territorio francese. Non pensiamo che si possa fare satira su un evento catastrofico che ha causato 300 vittime nel nostro paese, anzi non riteniamo affatto che si possa parlare di satira; pensiamo, piuttosto, che si sia trattato di puro sciacallaggio che fa leva su un sentimento anti italiano, mai del tutto sopito in Francia, un modo indegno per vendere qualche copia in più del loro fumetto. Un paese che dovrebbe essere civile e animato da un forte senso di coesione europeo non può uscirne gratificato da una simile caduta di stile.
Che dire della seconda vignetta, quella con riferimento alla mafia? Forse i nostri cugini francesi non sono ben informati di cosa sia oggi la mafia, forse non sanno che essa è divenuta un organismo sovrannazionale che opera in tutto il mondo, per gran parte in operazioni ritenute lecite, con il tacito consenso dei governi locali, anzi i governi locali sono fatti proprio dai nuovi mafiosi globalizzati.
La nuova mafia è non è quella del pastore con coppola e lupara ma è quella dei grandi gruppi di potere economico-finanziario che agiscono ad altissimo livello con speculazioni di portata mondiale, condizionando i mercati e le vite di tutti noi. Organizzazioni potentissime che agiscono in un altissimo “Etereo” a cui neanche la nostra più fervida immaginazione può dare corpo. Pensano forse i francesi di essere immuni a tali influenze? Sono sicuri che anche le loro case non siano costruite dalla mafia? Sono certi che le ondate speculative, di cui anche loro pagano le conseguenze, non abbiano un’origine mafiosa? Credono veramente che la mafia sia un fenomeno solo italiano? La terza vignetta (quella de “Il Tempo” ) in risposta alla provocazione del giornaletto razzista è ugualmente inadeguata ed inopportuna: inutile rispondere a degli imbecilli che speculano su una tragedia per vendere un poco in più. Meglio ignorarli. Forse c’è da porsi la domanda: << Questa calata di stile potrebbe essere dovuta al fatto che gli attentatori islamici abbiano ucciso tutte le menti sane ed intelligenti che lavoravano al giornale lasciando campo libero solo a degli imbe
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