venerdì 2 dicembre 2016

SIAMO AGLI INIZI DI UNA NUOVA STAGIONE DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE?

Editoriale di Stefano Becciolini

L' attentato alla Stazione Carabinieri nella periferia di Bologna   per alcuni, istituzioni ed inquirenti, sarebbe di matrice anarchica insurrezionalistica , ma siamo sicuri che sia veramente così e non uno dei sistemi, già tante volte sperimentati e messi in atto nel nostro paese, dai servizi segreti deviati o da altri gruppi di potere interessati a sviare l’opinione pubblica facendo disinformazione o controinformazione? Con questo breve incipit vorrei far capire che ci troviamo in un momento cruciale per la democrazia italiana. Negli ultimi 50 anni eventi che avrebbero potuto apportare cambiamenti radicali alla società ed alla democrazia italiana sono sempre stati preceduti da gravissimi fatti di sangue che hanno distratto l’opinione pubblica e hanno, in qualche modo, condizionato l’orientamento delle riforme che stavano per avvenire. Non dimentichiamo la stage del 12 dicembre 1969, la strage della banca dell’Agricoltura a Piazza Fontana a Milano, da molti ritenuta la madre di tutte le stragi e l’inizio di quel periodo di grande travaglio sociale e democratico indicato come “anni di piombo”, anche in quell’occasione la colpa ricadde sugli anarchici ed il povero Pinelli pagò con la vita i sospetti e le accuse che qualcuno aveva voluto appiccicargli addosso, altro anarchico incolpato dello stesso reato fu Pietro Valpreda, poi dimostratosi estraneo ai fatti. Quella strage fu poi addossata ad estremisti di destra, salvo poi scoprire che era parte della così detta strategia della tensione che faceva capo a organi dello Stato deviati che agivano allo scopo di orientare la volontà popolare secondo le esigenze dei loro mandanti, non per forza italiani. Ancora oggi non è stata fatta chiarezza su quell’episodio e su tanti altri simili che seguirono. Anche il Rapimento di Aldo mORO proprio alla vigilia dello storico accordo con il partito comunista per la formazione di un governo di unità nazionale    o Compromesso Storicorientra negli stessi schemi eversivi. So bene che molti non hanno memoria di quei fatti, vuoi perché troppo giovani, vuoi perché li hanno rimossi e considerati facenti parte di un passato da dimenticare. Ebbene non è così, i fatti dimostrano che nel nostro paese certe cose hanno la tendenza a ripresentarsi quando le condizioni sono tali per cui si profila all’orizzonte un cambiamento. Torniamo all’attentato di Bologna dei giorni scorsi, dall’uso che sicuramente ne farà il governo Renzi e da quanti sono interessati a mantenere saldamente il potere. Sicuramente si cercherà di insidiare il dubbio che se al referendum del 4 dicembre dovessero prevalere i No si andrebbe incontro ad una deriva populista, che qualcuno non mancherà di definire terroristica. I poteri forti che ora governano l’Italia non vogliono essere messi fuori dalla stanza dei bottoni, del potere economico non militare perché quello militare, ancora per poco, è nelle mani di Obama ma poi passerà a Donald Trump. Il potere economico è molto più forte del potere militare perché il secondo è subordinato al primo.

Una schiacciante vittoria dei No seguito dal diniego del Premier a lasciare la poltrona ed a riconoscere che la volontà popolare gli è contro potrebbe scatenare delle manifestazioni di piazza, anche imponenti e forse anche cruente. Non possiamo a priori escludere che infiltrati sobillatori potrebbero avere gioco facile ad innescare una situazione potenzialmente esplosiva. Come si comporterebbe il presidente Mattarella innanzi a tali avvenimenti? Come reagirebbe l’Europa di fronte ad una destabilizzazione politica in Italia? 
Non dimentichiamo che il 12 dicembre, proprio nella ricorrenza della citata strage di Milano, è prevista una grande manifestazione del comitato “9 dicembre” dei forconi. Una coincidenza? Non credo nelle coincidenze!  Lo scopo di noi blogger è quello di risvegliare le coscienze, fare in modo che le menti si aprono a considerare le varie possibilità, che, in qualche modo si costringa a pensare chi di pensare non ha più voglia. Questo è il nostro compito, non altri.  Scongiurare il ricorso alla violenza questo è imperativo, la storia ci ha insegnato che sangue chiama sangue e non è quello che vogliamo per il nostro già troppo martoriato paese. Un blogger è dunque un attivista, purtroppo oggi il termine “attivista” è associato al M5S, io non ne faccio parte come non faccio parte di altri gruppi politici,sono un libero pensatore,  per me essere attivisti significa tentare di risvegliare le coscienze e indurre a pensare autonomamente fuori dagli schemi. Tentare attraverso le parole e l’esempio di promuovere un cambiamento che sia sociale e politico. Esorto tutti a pensare con la propria testa, a valutare con obbiettività gli avvenimenti e a decidere senza lasciarsi influenzare da persone interessate a mantenere i loro privilegi o da fatti che vorrebbero essere fuorvianti.




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