Editoriale di Luigi Orsino
Essere cittadini di uno Stato significa avere dei diritti e dei doveri, in pari misura. Ovviamente Stati come l’Italia, che è uno tra gli otto più industrializzati del pianeta, dovrebbe comportare per i suoi cittadini una qualche forma di privilegio, qualcosa di più tangibile che l’orgoglio di raccogliersi sotto la stessa bandiera.
Ebbene dobbiamo convenire che l’idea italiana di stato sociale è molto aleatoria e totalmente diversa da quella che percepiscono i cittadini di altri paesi allo stesso livello di civilizzazione ed industrializzazione del nostro paese. I politici spesso, almeno parte di loro, si schierano contro lo stato sociale e propendono per la privatizzazione di tutti i servizi e la privazione di tutti i benefici, ancora residui, di cui godono i loro concittadini.
Noi di questi presunti privilegi, non riusciamo più a trovare traccia.
Abbiamo votato contro le privatizzazioni di alcuni servizi fondamentali, come la distribuzione dell’acqua, con una vittoria schiacciante, eppure dove la privatizzazione era già avvenuta nulla è cambiato, logicamente, avendo i comuni interessati firmato un regolare contratto in cui era stata stabilita una durata, molto lunga, del rapporto tra le parti con relativa clausola vessatoria con penale in caso di recesso anticipato, forse occorreranno molti anni perché si veda trionfare la volontà popolare. Un esempio di democrazia diretta.
In questo paese non si ha notizia di un’edilizia popolare che permetta a chi non può accedere ad immobili i cui prezzi hanno raggiunto valori astronomici, non vi sono immobili costruiti e venduti dallo Stato a prezzi calmierati, così come non esistono immobili che lo Stato conceda in fitto ai meno ambienti o addirittura in comodato d’uso a chi non può neanche permettersi di pagare un fitto. Anzi lo Stato cerca di vendere quel che resta di un’edilizia popolare risalente ad altre epoche, intanto i lavoratori dipendenti in busta paga si trovano ancora la così detta trattenuta Gescal, ente che doveva occuparsi proprio di edilizia popolare, evidentemente quei soldi serviranno ad altro.
La sanità italiana costa allo Stato una cifra impressionante, senza alcun reale riscontro con la realtà, paghiamo il ticket anche sui medicinali generici, le prestazioni mediche sono da terzo mondo e se finite in ospedale solo un santo protettore potrà salvarvi, io che non sono credente sono spacciato.
L’assistenza agli anziani è totalmente assente, il sistema pensionistico è qualche cosa di assolutamente incomprensibile. Secondo gli economisti di stato, le pensioni si devono pagare con i contributi degli attuali occupati, calando gli occupati, mancano i fondi per pagare le pensioni. La soluzione? Ovvio, aumentare l’età pensionabile nella speranza che nel frattempo l’aspirante pensionato…spiri, risolvendo il problema. Anche volendo sorvolare sulla risibilità delle cifre percepite dai normali pensionati, per intenderci quelli che non hanno diritto a pensioni d’oro o possono incassare cifre blu per aver spoliticato per qualche mese, io non mi spiego perché un poveraccio non possa incassare, sotto forma di vitalizio, ciò che ha versato per tutta la sua vita lavorativa. Ci si immagina che il denaro trattenuto in busta paga venga, dall’ente preposto, reinvestito generando un certo interesse che ne aumenta la consistenza, al momento di andare in pensione l’ingenuo vecchietto pensa che gli venga semplicemente restituito ciò che gli hanno portato via per decenni. Che ingenuo illuso, totalmente a digiuno delle complicatissime regole che governano la macro e micro economia, insomma nessuno gli spiega che i suoi soldi sono stati usati per altre cose, soprattutto per tener in piedi un elefantiaco apparato statale, e che ora lui se lo deve prendere in quel posto. L’economia è tutta qui, quando sentite paroloni incomprensibili, esempi paradossali, concetti filosofici astratti, vuol solo dire che non dovete capirci un tubo. L’economia è regolata da poche semplici regole che tutti possono comprendere con faciltà.
Se riusciti ad andare in pensione sarete costretto ad una vita di stenti, a dover rinunciare alla vostra dignità ed a dover finanche mendicare.
Di cosa vogliamo parlare? Della ricerca di un posto di lavoro? Benissimo, il consiglio è giocare al superenalotto, le probabilità sono pressappoco le stesse ma sicuramente è molto meno stressante che partecipare a concorsi con 100.000 partecipanti per 5/6 posti disponibili. Ma insomma cosa funziona in Italia? Sono spiacente ma devo dirvi nulla, guardatevi intorno vi sentiti protetti, vi sembra che la burocrazia sia lieve, non invadente e funzionante? Vi sembra che il sistema creditizio funzioni? Si funziona se vi rivolgete ad un usuraio, i soldi ve li da subito ma se saltate una rata vi saltano i denti, provare per credere.
In realtà qualcosina va un po’ meglio del resto: se siete immigrati clandestini e arrivate con un barcone fatiscente, l’Italia non vi negherà l’accoglienza, vi ospiterà in strutture adeguate, alcune addirittura in località turistiche da vip, e cercheranno anche di darvi un lavoro. Insomma se siete dei clandestini sarete trattati meglio degli italiani, esiste addirittura un fondo di solidarietà mensile per quei poveri diavoli, noi italiani poveri invece non abbiamo diritto né al reddito di cittadinanza né agli aiuti a famiglie o soggetti in condizioni economiche disagiate.
Niente paura, io ci ho pensato su e ho trovato una soluzione: alla prima occasione chiederò ad un peschereccio di Mazzara del Vallo di darmi un passaggio fin sulle coste libiche o tunisine, prenderò un po’ di sole tanto per non far risaltare troppo il mio pallore, poi mi imbarcherò su un natante fatiscente e tornerò in Italia. Una volta sbarcato fingerò di non capire una parola d’italiano e chiederò asilo politico. E poi tutta vita. Mi raccomando che resti tra noi.
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