martedì 14 giugno 2016

L’ORGOGLIO DI ESSERE ITALIANI

Editoriale di Luigi Orsino

Ho visto tante bandiere tricolori esposte orgogliosamente al vento, ho visto tanti portare i colori dell’Italia con baldanza, ho visto mostrare l’amore patrio senza vergognarsi, ho visto e sentito masse di uomini e donne gridare “Viva l’Italia”. Si ho visto e sentito … peccato che era per una partita di calcio. Nulla di male ad esultare per una vittoria sportiva dell’Italia, è giusto sentirsi orgogliosi in una tale occasione. Il punto è che non si può e non si deve essere orgogliosi di essere italiani sono in occasione di un evento ludico.
L’orgoglio per la vittoria sportiva non può essere avulso dall’orgoglio di sentirsi, sempre e comunque, italiani. Non ci si deve mai dimenticare di quanto è stato grande il nostro popolo, di quanta civiltà abbia seminato in terre barbare, di quante leggi siano nate dalle eccelsi menti di antichi legislatori, di quante magnifiche opere d’arte siano state parto di geniali menti italiche, di quante invenzioni, scoperte geografiche … e infinito altro ancora. Eppure ci ricordiamo di essere italiani solo quando gioca la nazionale di calcio. Ritengo che ciò sia avvilente ed indegno di un popolo dalle radici tanto profonde e nobili. Ormai manifestare orgoglio patri sembra essere disdicevole quanto non addirittura esecrabile, questo astio è stato instillato da una propaganda che dalla fine della seconda guerra mondiale in poi non ha mai smesso di orientare i giovani a disamorarsi del proprio paese, sicuramente temendo che l’amore per la patria avrebbe inevitabilmente portato a pretendere dignità e rispetto per i propri compatrioti.
Senza dubbio all’inetta classe politica che abbiamo ereditato dopo la caduta del fascismo non poteva, e non può, che fare paura il concetto di patria, il sublime trasporto di solidarietà verso chi ha radici comuni. Certo paura perché è sulla divisione che il potere conta per tenerci aggiogati, è sulle differenze, reali o fittizie, che l’oligarchia fa affidamento per poter tenere saldamente le redini tese. Pensateci bene e chiedetevi quali politici salvereste di quelli che ci hanno succhiato il sangue dal 45 in poi? Io non ne salverei nessuno. Omuncoli senza palle che sono saliti agli onore del comando non per meriti ma per inciuci e patti osceni, per collusioni inenarrabili ed infamie infinite, per oltraggi contro il popolo sovrano e per la grande capacità di leccare doverosamente il culo ai potenti più in alto di quanto loro potessero mai sperare di arrivare, per essere molto bravi nello svendere l’Italia agli stranieri e altrettanto bravi a farci credere che tutti noi siamo dei vili traditori infingardi e bastardi come loro. Falso! Noi non lo siamo. Nelle nostre vene scorre il sangue dei nostri padri, il sangue con cui fu resa fertile la nostra terra. Ci siamo solo distratti un attimo, abbiamo lasciato che una genia di parassiti se ne approfittasse, che delle lascive prostitute si sentissero grandi e padrone del nostro destino. Ci siamo distratti un attimo … un attimo di troppo. Ora basta! E’ il momento di riprendere coscienza, di riappropriarci della nostra dignità di popolo, di ribadire che l’autodeterminazione non è negoziabile.
E’ arrivato il momento di scacciare i mercanti dal tempio. Il tempio è la nostra amata Italia ed i mercanti non possono che essere i piccoli, malefici gnomi che sentendosi giganti pensano di poter reggere le nostre sorti. 
In piedi italiani, svegliatevi dal sonno oppiaceo in cui siete sprofondati è ora di ristabilire l’ordine sociale, è ora di ristabilire la giustizia sociale, è ora di tornare a gridare forte “VIVA L’ITALIA QUELLA VERA”



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