Intervista di Stefano Becciolini
Breve panoramica sulle conseguenze del voto delle Amministrative di ieri 5 giugno e sulle vere motivazioni del Referendum di ottobre per modificare la Costituzione Italiana.La marchetta di Roberto Benigni per Matteo Renzi.
B: Becciolini (Redazione)
T: Avvocato Carlo Taormina
B – Avvocato il movimento M5S è il primo partito a Roma e a Torino, per il centro-destra è una disfatta e anche il PD non è messo molto bene. Aspettando i ballottaggi del 19 giugno crede che siamo ad una svolta per l’Italia o è solo un fuoco di paglia?
T – Io credo che se consideriamo i risultati ottenuti dal M5S da quando si è presentato sulla scena politica ad oggi, anche la dove c’è chi sostiene che non vi sarebbe stato un grosso successo, io ritengo, invece, che vi sia stato un segno della stabilizzazione della scena politica. Un assestamento su solide posizioni. Anche il 10% di Milano, oltre al 31% di Torino, stanno a dimostrare che è in atto un’espansione a macchia di leopardo. Ottimo presagio per future affermazioni del movimento. Milano è in una situazione particolare a causa della sciagurata politica di Berlusconi che nulla a fatto, come del resto anche a Roma, causando l’implosione del centro destra e la sua totale capitolazione sintomo di una scomparsa dal panorama politico nazionale. Il vecchio centro destra appartiene, ormai al passato. Per quanto riguarda il centro sinistra il pericolo che Giacchetti non andasse al ballottaggio, il risultato di Fassino a Torino e quello del candidato PD di Napoli, che neanche è ammesso al ballottaggio costituiscono, secondo me, un totale rifiuto da parte degli elettori della politica renziana e dell’avvento di questo nuovo modo dittatoriale di governare l’Italia.
B – Avvocato ma non vi potranno essere sorprese al ballottaggio? Per chi voteranno gli elettori di Forza Italia?
T – Bisogna ben distinguere, io penso che il 20% di Parisi a Milano sia già il massimo ottenibile da Forza Italia. Occorre capire quel 10% del M5S a cosa potrà portare, di certo non sono solo voti di protesta ma anche voti di provenienti dal CD e dal PD. La possibile vittoria di Parisi passa attraverso la scelta dei singoli elettori del M5S di appoggiare Parisi oppure Sala. Per Torino occorre dire che alcuni candidati del CD che hanno fatto il loro tempo, per esempio Napoli e Rosso che con il loro 8% potrebbero contribuire alla definitiva affermazione del movimento, spingendo sulla candidata del M5S a scapito di Fassino. A Napoli non c’è storia De Magistris ha stravinto e stravincerà, del resto Lettieri è un modestissimo candidato lo è adesso come lo è stato nelle precedenti consultazioni. Nella città partenopea i giochi sono fatti, credo che non sia ancora venuto il tempo del M5S in quella città. In effetti quello che il movimento avrebbe potuto fare a Napoli è stato anticipato dal nuovo “Podemos” di De Magistris . A Roma credo che i giochi siano fatti, La Raggi è una splendida candidata per una splendida capitale. L’affermazione della Raggi è scontata soprattutto se si voterà con intelligenza. Marchini non è uomo di CD è stato forzato in una posizione che non gli appartiene dalla poco lungimiranza di Berlusconi. Sarebbe auspicabile che il 10,8% di Marchini confluisse sul M5S, spontaneamente perché il movimento non chiede niente a nessuno. Dobbiamo prendere atto che le vecchie alchimie della prima, seconda e terza repubblica appartengono al passato e che stiamo, finalmente, risalendo la china di una politica “vera”.
B – Può dirci per chi ha votato lei?
T – Certo, per Virginia Raggi, per me perfetta nel ruolo di sindaco di Roma, non solo perché donna. Infatti ritengo una questione priva di fondamento fare distinzione tra uomo o donna semmai tra candidato buono o candidato cattivo. Raggi è il candidato ideale per recuperare una politica giusta, onesta ed innovativa in una città da troppo tempo mal governata. Io dico Raggi di sole per Roma capitale e Raggi ultravioletti per i corrotti. Questo è lo slogan che consiglierei a Virginia Raggi che io ammiro moltissimo. La Raggi, grazie anche alla macchina organizzativa del M5S potrà portare una ventata di pulizia in questa città troppo oltraggiata.
B – Quindi lei pensa che il governo Renzi inizia a preoccuparsi, anche in previsione del referendum del prossimo ottobre?
T – E’ un problema ancora dai contorni non ben definiti, io mi sono messo alla testa di un comitato referendario che ho nominato “Basta un no” facendo da contraltare al “Basta un si” di Renzi. Ritengo che sia in atto una manovra infame cercando di piegare la costituzione al volere dell’attuale dirigenza politica. Intendiamoci la Costituzione andrebbe riformata, avevamo già cercato di farlo noi quando il CD era forte. Certamente la costituzione non può essere asservita al potere come vorrebbe Renzi. No, dunque, alla dittatura parlamentare.
B- Renzi ha minacciato di restare sino al 2023 se dovesse prevalere al referendum
T – Bisogna vedere in quali condizioni ci si sta. Renzi ci resterebbe calpestando la libertà, con l’appoggio di una sola camera e con il premio del 20% dell’Italicum. Un 20% che prevarrebbe sul restante 80% è un paradosso inaccettabile. Purtroppo gli italiani sono un popolo di pecoroni, altrimenti non si spiegherebbe come possano ancora attrarre voti partiti e formazioni politiche corrotte e fortemente compromesse, prive, ormai, di ogni credibilità. Purtroppo molti nostri concittadini non vogliono rendersi conto che il vento è cambiato e che il vecchio deve essere spazzato via. Le reminiscenze di un passato, anche recente, può solo rallentare l’affermarsi del nuovo, nuovo che tutti ci auspichiamo. La questione centrale è l’accentramento di potere di cui Renzi ha fatto incetta, potere che egli, come i vecchi democristiani, usa a beneficio suo e dei suoi amici: banche e lobbies forti.
B – Renzi punta a personaggi forti per propagandare il suo si al referendum: prima Boccia, neo presidente di Confindustria, poi Roberto benigni che di punto in bianco cambia opinione passando dal no al si, forse aiutato in questo suo “ravvedimento” dal cachet di 200.000 € percepito per pochi 6 minuti di propaganda politica sulla tv pubblica.
T – Ribadisco che il popolo italiano è in buona parte costituito da pecoroni. Benigni è solo un esempio. In RAI chi non è allineato al potere forte del Premier viene sbattuto fuori, è successo a Giannini e Di Porro, poi accadrà ad altri. Fortunatamente anche Vespa è a forte rischio dopo anni da lecchino ora viene finalmente messo da parte. Il potere di Renzi si fa sentire ovunque monopolizzando e accentrando sfacciatamente. Se un personaggio come Benigni passa repentinamente da una posizione di contrapposizione ad una di aperto appoggio alla modifica “pilotata” della costituzione non credo che sia perché abbia semplicemente riflettuto e mutato parere. Forse il fattore economico ha avuto il suo peso.
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