Editoriale di Luigi Orsino
(N.d.r.) Questo articolo di Luigi Orsino scatenerà sicuramente polemiche per la rudezza con cui viene affrontato l'argomento dell'Islam nell'ottica del suo radicamentalismo. Il mio parere penso che già lo conosciate riguardo alle religioni (tutte) e sul fanatismo con cui alcuni adepti vogliono influenzare la condotta civile dell'occidente. Sicuramente la società attuale non brilla di saggezza e lungimiranza, anzi! abbiamo a mio avviso toccato i gradini più bassi della dissolutezza e dell'impoverimento sociale, ma da qui a identificare come unica speranza di evoluzione il ritorno a una coscienza religiosa integralista, ci separa un'abisso.
Come del resto (sempre a mio modesto parere) deve separarci un'abisso dal condannare indiscriminatamente chiunque abbia una concezione della vita diversa dalla nostra.
Certamente stiamo vivendo un periodo difficile e carico di tensione, non che la storia umana, anche in un recente passato, non ne abbia conosciuto di peggiori, che avvertiamo molto amplificato in quanto, almeno noi occidentali, ci siamo abituati ad uno stile di vita tranquillo, pacifico e alquanto agiato. Anche noi, occidentali, abbiamo di che lamentarci ma è niente in confronto ad altre parti del mondo che per consuetudine indichiamo come “terzo o quarto”. L’occidente ha grandi colpe per tutto ciò che sta succedendo, sull’altare del dio denaro è stato sacrificato la solidarietà e la pace, scenari di guerra sono stati aperti per foraggiare le industrie belliche, la controinformazione ci ha offuscato le menti. Tutto vero! Così come è vero, al di la di ogni altra considerazione, che oggi, volenti o nolenti, siamo in guerra. Una guerra di civiltà contrapposte, una guerra dove la religione è solo il “casus belli”. Siamo sull’orlo di un baratro e non c’è modo di evitare la caduta. Io rivendico il diritto all’autodifesa, si è questa la reale portata del problema: combattere o soccombere. Io preferisco combattere, di morire come una pecora portata al macello non ci penso proprio. A chi vorrebbe impormi il suo stile di vita, la sua religione, le sue barbare regole io dico: << FOTTETEVI>>. So bene che anche noi abbiamo le nostre colpe ma non per questo ho intenzione di votarmi al martirio restando indifeso ed inerme nei confronti di chi mi attacca. Difendersi è lecito ed auspicabile oltre che inevitabile. Non dimentichiamoci che non c’è miglior difesa dell’attacco. Noi, occidentali, siamo stati attaccati già innumerevoli volte, ora dobbiamo dare una risposta forte e risolutiva a chi viene a spargere il nostro sangue sulla nostra terra. Sono un interventista? Si lo sono! Lo sono nella misura in cui sento minacciato i miei compatrioti, sento in pericolo il mondo occidentale, sento sul collo il fiato puzzolente di fetidi cammellieri seguaci di un buffone nato 1500 anni fa che scrisse un libercolo, copiandolo da altri libri “sacri”, ed adattandolo alle genti barbare e sanguinarie che abitavano la sua terra, un pericoloso imbroglione che si impose con faciltà su menti primitive imponendo loro di propagare la ridicola religione da lui fondata con la violenza.Mi rifiuto, anche lontanamente, di prendere in considerazione la possibilità che l’islam possa dettare legge in casa mia, mi rifiuto di prendere ordini da uno scopa-cammelli, mi rifiuto di considerare miei pari dei barbari sanguinari. La situazione internazionale in questi ultimi giorni è notevolmente peggiorata: Il fasullo golpe in Turchia ha permesso al dittatore musulmano Erdogan di perseguitare i laici del suo paese e di appoggiare apertamente i suoi sostenitori islamici nella speranza di divenire il sultano di un rinato impero ottomano e di assumere il comando del neo-espansionismo islamico con il potere che ciò comporta. Purtroppo la Turchia è nella NATO, quindi in questo momento è una serpe in seno, una serpe che va schiacciata, Erdogan va spodestato, la democrazia ripristinata e i fondamentalisti islamici turchi presi a calci nei denti. Occorre fare fronte comune, tendendo entrambi le braccia alla Russia, in un abbraccio fraterno, per combattere contro lo stato islamico e contro tutte le sue diramazioni, perseguitare tutte le cellule terroristiche, ovunque esse si trovino, senza badare a non violare le sovranità nazionali. Chi ospita i terroristi è loro complice e dunque devono subirne le conseguenze. I musulmani, presenti nei territori occidentali, vanno monitorati e, se necessario, temporaneamente isolati. Nuovi arrivi di genti a rischio sulla nostra terra vanno immediatamente bloccati. Siamo in guerra e ciò impone che i diritti civili siano sospesi. Nessuno si illuda che questa sarà una guerra in guanti bianchi, combattuta dai droni o altre diavolerie tecnologiche, sarà la più sporca e feroce delle guerre che siano mai state combattute, scorrerà sangue a fiumi. Se vorremo uscirne vincitori dovremo sporcarci del sangue nostro e di quello dei nemici. Ritengo tutto ciò inevitabile.
L’Italia è pronta ad affrontare una prova tanto impegnativa? Assolutamente no! Il nostro esercito è costituito quasi esclusivamente da passacarte, le forze dell’ordine sono più avvezzi ad affrontare rubagalline che reali pericoli. E’ indispensabile che vi siano grandi e necessari cambiamenti, cambiamenti imposti dalla mutata realtà.
Veniamo all’argomento civili-armi: un’assurda legge rende praticamente impossibile ai civili, in Italia, possedere armi per potersi difendere. In questo modo i delinquenti ed i terroristi sono ben armati, visto che si approvvigionano attraverso canali illegali ma agevoli, mentre i cittadini onesti sono del tutto impossibilitati ad esercitare il loro sacrosanto diritto alla legittima difesa. Se qualcuno vi entra in casa per sgozzare voi e la vostra famiglia, in nome di Allah o del dio dei minghioni, dovete tirargli una pantofola perché il governo teme più voi che non i terroristi. Insomma siete sacrificabili purché il popolo resti disarmato ed inerme e non possa, quindi, neanche mai ribellarsi al malgoverno ed alla dittatura (vedi secondo emendamento della costituzione USA). Considerato che il piano, ormai palese, dei terroristi islamici è di diffondere il panico, impedendo il normale svolgersi delle nostre vite, mettere, in tal modo, in crisi la nostra economia e causare l’implosione della nostra civiltà io penso che essere armati possa costituire un senso di sicurezza per ognuno di noi ed un valido deterrente per i “Kapicazzi”. Se al Bataclan o a Nizza vi fossero stati civili armati state pur certi che i danni sarebbero stati molto più contenuti. Difendersi è un diritto ma soprattutto un dovere: chi ne è capace deve provvedere alla sua difesa ma anche a quella di chi capace non lo è.
PROPOSTA: Considerato che i siti sensibili di attacchi terroristici sono un’infinità e considerato che ogni sito può ritenersi sensibile, un centro commerciale, uno stadio, un cinema, un concerto, una festa di piazza, una sagra di paese, ritengo che sia diritto di ogni cittadino di possedere un’arma (escludendo, ovviamente, quelle categorie a rischio) con la quale difendersi e difendere. Ritengo inoltre che sia necessario rendere agibile, anzi agevolare, la formazione di una GUARDIA CIVICA volontaria armata alla quale conferire, ne più ne meno, lo status di guardie giurate. Individui, non retribuiti, che si mettano a disposizione per vigilare sul territorio in cui abitualmente risiedono. Ciò renderebbe possibile sventare eventuali attentati, costituire un valido deterrente ed in caso di attacco garantire una velocissima risposta che limiterebbe di molto i danni (vittime) in attesa di una risposta più qualificata ma inevitabilmente più lenta. Non è più tempo di parole di circostanza, di inutili chiacchiericci in burocratese è ora di imbracciare il fucile e ribadire a voce alta il nostro diritto a vivere come ci pare mandando a fare in culo tutti i venditori di tappeti che vorrebbero baciassimo il culo ad Allah.
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